IN UN PAESE BRUCIATO DAL SOLE L’Australia, di Bill Bryson (TEA)
I libri di viaggi sono un genere un po’ desueto e, forse, non particolarmente brillante. Ma a me piacciono, mi piace leggerli e contemporaneamente guardare le mappe, googlare nomi di posti e termini e nomi di persone e illudermi che aver letto un libro di Bryson possa significare, in qualche modo, conoscere un posto. E tanto più per un posto come l’Australia, che sogno da quando avevo 7 anni e guardavo sui libri di animali i koala, gli ornitorinchi, i Lori ed i Cacatua, e che oramai ho più o meno rinunciato a vedere di persona. Bryson è divertente e riesce a trasmettere le emozioni dei suoi incontri con luoghi persone ed animali.
L’Australia, se ci pensate, a parte i canguri il surf, e forse Ayers Rock e il porto di Sidney, non ci pensa mai nessuno. È un niente nell’immaginario occidentale, non fa guerre, non fa casini, non rompe a nessuno: e quindi tutti ci interessiamo ai pazzi in Afghanistan, ai Russi, agli Americani guerrafondai, ai bambini affamati triste sottoprodotto delle scellerate azioni della nostra politica internazionale. E ci perdiamo un sacco di cose di un Paese che, senza aspirare alla perfezione (che è sempre foriera di guai) ha raggiunto comunque, coi suoi errori, una qualità di vita fra le più alte del mondo. Un posto, dice Bryson, dove accade continuamente qualche piccola cosa, e quasi sempre si tratta di qualcosa di bello
Recensione di Alessandro Melillo
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