INFOGUERRA, di Corey Doctorow (Delos Books)
E’ incredibile quanto nero vedano il futuro gli scrittori di fantascienza e quanto pericolosamente risultino verisimili, almeno in certi casi; oggi prendo in esame, con voi, un breve romanzo di Cory Doctorow, scrittore da molti considerato l’erede di Gibson, ambientato in un futuro in cui la guerra verrà combattuta per i diritti d’autore, in cui a decidere le sorti di un paese non saranno più spread e banche ma il possesso di tecnologia informatica e, come già predetto da Orwell, chi ha in mano le reti dell’informazione può tenere in pugno una nazione: questi gli argomenti trattati in After the Siege, vincitore del Locus Award 2008 nella categoria “romanzo breve”.
L’evocativo titolo inglese viene malamente tradotto con Infoguerra da Delos Book, che per altro riserva a tutto il romanzo un adattamento poco curato, pieno di refusi e errori di sintassi.
Due parole sulla trama: una nazione al culmine del suo sviluppo tecnologico nella quale l’invenzione rivoluzionaria è una “stampante” in grado di creare dal nulla qualsiasi oggetto fisico, compresi gli edifici, viene attaccata perché il possesso di tale tecnologia costituisce una violazione di copyright e nel futuro immaginato da Doctorow, tale crimine è considerato gravissimo.
Scoppia la guerra e la capitale finisce sotto assedio: attraverso gli occhi della giovane Valentine il lettore assiste alla scomparsa della civiltà: gli edifici e le abitazioni lentamente scompaiono insieme ad intere famiglie, la fame si diffonde per mancanza di alimenti, i gas chimici rilasciati dal nemico diffondono una terribile malattia; Valentine perde suo padre in trincea, mentre sua madre viene spedita al fronte e lei stessa verrà costretta a scavare trincee in condizioni sempre più disperate alle quali però la ragazzina vorrebbe ribellarsi: un incontro casuale le fa scoprire molte cose tanto sulla guerra, quanto sulle leggi sulle quali si basa il mondo in cui vive.
L’assedio del titolo originale è visto dall’autore come l’azione limitante e soffocante che strumenti come il copyright operano sulla libera circolazione delle idee, del prodotto intellettuale, argomento a cui Doctorow è particolarmente sensibile.
Il titolo italiano invece mette l’accento su un altro aspetto della narrazione: la guerra che si combatte intorno e dentro all’informazione, intesa sia come dato-informazione digitalizzato trasmesso per via elettronica sia come trasmissione e comunicazione di notizie.
E su quest’ultimo aspetto si concentra la critica dello scrittore canadese, che sembra insinuare il sospetto che l’informazione “ufficiale” non è mai libera, anzi più si proclama indipendente più i suoi legami con il potere che intende denunciare sono stretti, nella sua ricerca di scoop e sensazionalismi.
Infoguerra è in sostanza una lettura impegnativa dal punto di vista degli argomenti affrontati; non tragga in inganno la presenza di una protagonista giovane, qui non siamo nel campo della letteratura YA. Meno convincente è tuttavia la scelta di trattare simili temi in un romanzo breve, che fatalmente non lascia spazio all’approfondimento.
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