Intervista a Giampiero Montanti, autore del romanzo Sono io che vi chiamo

Intervista a Giampiero Montanti, autore del romanzo Sono io che vi chiamo

 

Intervista n. 246

 

 

 

“Giampiero, la tua scrittura è profondamente radicata nella Sicilia. Come la tua infanzia e le tue esperienze personali hanno influenzato il tuo romanzo Sono io che vi chiamo?”

Sono nato in una città circondata dal mare, sviluppatasi sulle infinite stratificazioni culturali che la Sicilia può vantare. Dal mito alla storia i popoli più diversi si sono alternati lasciando il loro segno su tutto. Sono cresciuto con la piena consapevolezza che vivere qui è un privilegio ma anche una scommessa. Ho letto, studiato e osservato tanto, ho avuto accesso a tante enciclopedie sin da piccolo, a casa ne avevamo sette, mio padre era un giornalista, non si comprava abiti nuovi, ma ci comprava finestre sul sapere e sul mondo, non c’erano i computer, figuriamoci Internet. La mia innata curiosità ha trovato nutrimento, la mia fantasia non ha avuto limiti. La luce di questa terra ha reso le cose chiare. Ma non tutto è stato rose e fiori. Ero un bambino precoce, ho sofferto quello che oggi chiamiamo bullismo, e poi ho visto il mondo dei grandi come appare ai grandi, senza filtri. Il mio carattere è sempre stato forte e mi ha portato a volare sulle cose brutte, a guardare dall’alto senza dimenticare, facendo in modo che il dolore o la paura non mi impedissero di andare avanti. Io, come ognuno di noi, sono la somma di quello che ho vissuto e che ho letto e ho portato il mio percorso di vita e di lettura nel mio “lavoro” di scrittore sin da ragazzino.

 

 

 

 “Puoi descrivere il tuo processo creativo? Da dove trai ispirazione per le tue storie e personaggi?”

Sono uno scrittore un po’ fuori dai canoni, non prendo appunti, non ho l’urgenza di scrivere una frase o registrare una nota vocale non appena le parole si materializzano davanti ai miei occhi. 

Io costruisco storie attraverso quello che vedo. Il mondo per me é come un acquario da contemplare. Un gesto, uno sguardo, rubato come uno scatto fotografico, possono dare il via a una storia. La lascio sedimentare e la elaboro nella mia testa. Riposa, cresce, si intreccia e poi ancora riposa, finché non preme e chiede di essere scritta. Scrivo in sequenza, senza saltare pezzi e andare avanti. Tutto deve scorrere fluido ai miei occhi,  ma soprattutto alle mie orecchie, la lettura a voce alta è per me il modo migliore per capire se una storia funziona e se la qualità della scrittura è buona.

 

 “Nei tuoi libri affronti temi come la famiglia, la verità e il tradimento. C’è un motivo particolare per cui questi temi sono così presenti nelle tue opere?”

Sono un uomo passionale, forse anche viscerale, ma ho anche una forte componente razionale che esercita il controllo sulle spinte emotive, mi aiuta a non lasciarmi andare fino in fondo a non perdere il controllo. Questa continua contrapposizione mi facilita il compito di guardare la vita intorno a me senza pregiudizi, con grande apertura mentale. Tutto nasce in famiglia, la nostra infanzia, le relazioni che l’hanno contraddistinta, il tessuto culturale in cui siamo stati immersi, gli eventi che si sono succeduti, tutto nasce da lì. Un laboratorio sempre aperto, una fucina di storie che se amplificata ti può portare a scrivere qualsiasi cosa. 

 

“Hai qualche progetto futuro di cui puoi parlarci? C’è un nuovo libro in lavorazione?”

Ho iniziato l’anno scrivendo, ho dedicato tutto il 2024 alla promozione del romanzo “Sono io che vi chiamo”. Insieme ai miei “Amanti fuggitivi”  ho compiuto un meraviglioso viaggio dal Nord al Sud della nostra Italia, le parole impiegate per raccontare questo libro così intenso, andavano cercate con cura, e così ho fatto. Elaborare il grande affetto che il romanzo ha ricevuto, le fortissime emozioni che ha suscitato in modo trasversale su chiunque lo abbia letto, mi vietava di passare oltre, di tradirlo con un altra storia. Ho dovuto forzarmi, adesso la storia è nata, si sta dipanando e io stesso non vedo l’ora di scoprire cosa succederà. Dove mi porterà la scrittura. Sto scrivendo e nello stesso tempo lavorando sulle fonti. La ricerca é fondamentale per arricchire una storia e renderla credibile. Tornerò in teatro con “Bach incontra Dante” insieme alla Mono Dance company, dove leggo in scena e fuori scena le terzine della Divina commedia da me adattate ai movimenti di danza contemporanea di una  bravissima compagnia, e continuerò il percorso “rileggiamo i Classici in biblioteca”, Memorie di Adriano ha avuto un grande successo, insieme a una giornalista e una storica daremo voce ad altre storie memorabili.

 

 “Quali consigli daresti a chi vuole intraprendere la carriera di scrittore

Ascoltate quello che scrivete. Leggetelo a voce alta, poi fatelo leggere a chi non vi conosce così bene da dovervi per forza compiacere. Siate ipercritici sulla forma ma libratevi più  in alto che potete sulla bellezza della storia. Dovete prima di tutto emozionare voi stessi rileggendo quello che avete scritto, per sperare di riuscire poi a emozionare gli altri.

Recensione di Paolo Pizzimenti

 

SONO IO CHE VI CHIAMO – Giampiero Montanti

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