Intervista a Giorgio Gagliardi autore del libro “La madonna negata”

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-Perché definisce il suo testo un dossier medico-scientifico?

Lo definisco un dossier medico-scientifico perché ho trattato l’argomento in qualità di medico, scienziato e ricercatore nel campo degli stati modificati di coscienza. Preciso però che, quando si parla di problematiche religiose, lo studio scientifico riguarda solo l’uomo o eventualmente l’ambiente nella fase dell’evento. Tale studio ci può dire molto su quanto l’uomo presenta in quei momenti rispetto allo stato ordinario di coscienza, ma certo non ci può confermare quello che l’uomo dispercepisce o se riceve informazioni e da Chi/Che Cosa. In altre parole lo scopo della ricerca scientifica in questi casi NON è appurare se un presunto veggente veda o meno la Madonna, o altra figura mistica e venerata dalla Chiesa Cattolica, ma solo verificare, nel caso specifico tramite test e metodiche disponibili all’epoca, in che stato di coscienza si trovi il soggetto presunto veggente quando dichiara di avere le visioni/apparizioni: se si trova cioè in uno stato cosiddetto ordinario di coscienza, oppure in uno stato modificato. La valutazione generale di base sull’uomo è fondamentale ed anche i nuovi criteri pubblicati dalla Chiesa Cattolica lo richiedono. La sintomatologia presentata di base e poi nell’evento sono importanti, come pure lo stato generale dell’uomo: questo è quanto può valutare la scienza senza poi sconfinare nel campo spirituale in cui la stessa scienza non può dare giudizi perché non di sua competenza.

 

 Giorgio Gagliardi

 

-Nel suo testo si parla di fanatici religiosi. Il fanatismo religioso è un fenomeno che dilaga ancora oggi? Che impatto ha nella società odierna?

Ritengo che il “fanatismo”, in tutte le sue accezioni, sia caratterizzato dall’esasperazione con cui si coltiva una determinata credenza e dalla rigidità/intolleranza che ne deriva. In tutte le sue accezioni il termine “fanatismo” ha una connotazione negativa e il fatto che questa sia caratterizzata da un giudizio soggettivo rende il quesito piuttosto complesso, specie in una società globalizzata come la nostra. Per quanto riguarda il fanatismo religioso, vediamo tutt’ora come i segni emozionali ricercati per appagare, per gratificare e per personalizzare a tutti i costi il Soprannaturale a nostro uso e consumo abbiano penalizzato e offuscato la figura della Madonna.

Ci tengo però a sottolineare che anche nel campo dello scientismo, e cioè di quell’atteggiamento intellettuale di chi ritiene unico sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, svalutando ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di queste scienze, esiste una corrente fanatica, tesa a minare alle fondamenta il lavoro di ricercatori come il sottoscritto, che pur rimanendo neutrali da un punto di vista scientifico, conservano una costante apertura nei confronti di ciò a cui la ricerca può portare.

-Secondo il suo racconto, all’interno della chiesa del “Magnificat” sono presenti numerose donne. Come in altri contesti sociali secondo lei, anche nella chiesa le donne hanno minore spazio?

Il semplice fatto che, all’interno della Chiesa, la figura della Madonna venga venerata come “Madre di Dio” dovrebbe essere un monito nei confronti di chi cerca di sminuire il ruolo delle donne in tale contesto. A mio parere la femminilità gioca un ruolo fondamentale e trovo che, pur nel giusto impegno di acquisire pari diritti in una società ancora per molti versi patriarcale, le donne non debbano rinunciare a lasciar risplendere la loro unicità, la propria essenza, indispensabile completamento di quella dell’uomo.

 

 

-Quanto è importante ai giorni nostri l’eucarestia?

A quanto posso constatare io personalmente, ai giorni nostri l’eucarestia è un momento di grande partecipazione per i fedeli che si recano a messa. Tuttavia posso solo aggiungere che l’importanza che essa ha è soggettiva, poiché dipende da chi la considera effettivamente un sacramento.

-Come mai le apparizioni di Garabandal sembrano essere meno conosciute rispetto alle altre?

Il fatto che i vari vescovi di Santander che si sono avvicendati negli anni non abbiano ad oggi riconosciuto le Apparizioni di Garabandal quale segno del Soprannaturale ha sicuramente contribuito a relegare tale ciclo apparizionale ad essere poco conosciuto. Sotto questo aspetto, però, devo anche segnalare che l’umiltà delle veggenti ed il mancato clamore mediatico, che accompagna al contrario altri cicli apparizionali non riconosciuti dalla Chiesa, hanno avuto un analogo risultato, che a parer mio gioca tuttavia in favore della buona fede delle veggenti. Il fatto che Papa Giovanni Paolo II nutrisse in cuor suo un atteggiamento positivo verso tali apparizioni sembrerebbe confermare tale mia personale ipotesi.

 

 

-Il suo impegno scientifico nel campo dei fenomeni apparizionali di natura mistica è piuttosto consistente, da dove nasce questa passione?

Sono sempre stato attratto dallo studio di fatti inusuali, specie se comportavano una modificazione dello stato di coscienza del soggetto. Come nel caso della mia passione per l’archeologia, questo mi ha portato a visitare di persona i siti interessati. Per questo motivo, nel corso della mia attività, ho studiato circa una cinquantina di casi di apparizioni mariane. Tali indagini mi hanno permesso di imparare molto, sia sulla natura umana che sulle manifestazioni del divino, e mi hanno permesso di passare da competenze un po’ frammentarie e confuse a competenze più solide e coerenti.

-Lei è autore e coautore di 90 pubblicazioni sulla psicofisiologia degli stati alterati e modificati di coscienza e su tematiche transculturali. Come mai ha dedicato la sua vita letteraria proprio a questo?

Come precisato dianzi, mi ha sempre affascinato lo studio di fatti inusuali, specie se comportavano una modificazione dello stato di coscienza del soggetto. Devo aggiungere che, nel corso degli anni, le metodiche a disposizione per tali studi sono andate incrementando, con la possibilità d’impiegare ad esempio il poligrafo (che rientra fra le mie passioni) e l’elettroencefalografo. Le mie pubblicazioni solo il risultato di un intenso lavoro sul territorio, non solo in Italia ma anche all’estero?

-Può secondo lei la scienza escludere la religione e viceversa?

No, assolutamente!

 

Di Miriana Kuntz

 

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