Abbiamo intervistato Rosa Teruzzi che ci ha parlato della nuova avventura delle “Miss Marple del Giambellino” e di alcuni interessanti aspetti sulla dimensione “giallo” e non solo.
Buongiorno, come prima domanda le chiederei di presentarci il suo nuovo romanzo, “Il valzer dei traditori”. Come sono evoluti nel corso degli anni i protagonisti delle sue storie?
“il valzer dei traditori” è l’ottava avventura delle mie detective dilettanti, le cosiddette “miss Marple del Giambellino”. Si tratta di Libera, ex libraia e attualmente fioraia specializzata in bouquet di nozze e di sua mamma Iole, indomita hippie dai costumi spregiudicati e dalla lingua tagliente. Madre e figlia abitano in un casello ferroviario in via Pesto, nei pressi del Naviglio Grande a Milano, e indagano insieme, con la complicità di due giornalisti di un quotidiano del pomeriggio, vanamente osteggiate dalla figlia di Libera e nipote di Iole – Vittoria – che è una poliziotta professionista e mal sopporta le loro bravate. In questo caso, però, gli sforzi delle tre donne convergono, perché tutte e tre desiderano scagionare un uomo condannato in via definitiva per l’omicidio di una ricettatrice nel popolare quartiere Torretta, una zona periferica della città in cui tutte le vie sono intitolate a personaggi dei Promessi Sposi. Un delitto avvenuto undici anni prima, alla presenza di un pappagallo cinerino.
Tutte le avventure delle mie protagoniste hanno luogo nello stesso anno, il 2014, e sono consequenziali. Ma tra un caso e l’altro, lentamente, i rapporti di forza tra le donne del casello mutano. Libera, per esempio, acquista sicurezza in se stessa, mano a mano che capisce di essere in grado di cimentarsi con misteri così complessi e i suoi successi la avvicinano ogni volta di più alla madre, nonostante la differenza siderale dei loro caratteri, perché si tratta di successi ottenuti insieme. E anche Vittoria, inizialmente molto critica nei confronti della madre e della nonna, piano piano impara ad apprezzarle per i risultati che ottengono, anche se forse non per i loro metodi.
Otto romanzi è un traguardo di per sé notevole. Quali sono gli stimoli o gli elementi che la portano a scrivere nuove storie senza mai risultare ripetitiva?
La verità è che io sono innamorata dei miei personaggi e sono impaziente di stare con loro. Anche se scrivo solo d’estate, quando sono libera dal lavoro, praticamente immagino nuove storie tutto l’anno. Non mi annoio mai in compagnia di Libera & C.
Carlo Verdone in un’intervista sosteneva che i grandi film italiani devono molto, oltre che agli attori principali, ai caratteristi. Se la sente di applicare questa affermazione anche ai romanzi?
Da lettrice, prima che da scrittrice, amo i romanzi dove i cosiddetti “caratteristi” siano tridimensionali e intriganti esattamente come i protagonisti. Mi piace che tutti abbiano un segreto o una ferita, anche quando non la rivelo. Che non siano puri ingranaggi della trama. In fondo, ogni romanzo è un mondo e, nel mondo, ogni essere occupa uno spazio e ha un peso anche se non ci riguarda da vicino
E poi, non si può mai sapere quanta voglia abbia un personaggio secondario di diventare protagonista.
Quali sono gli autori che più di tutti l’hanno ispirata nel suo percorso narrativo?
Sarebbe banale rispondere tutti – o quasi tutti – quelli che ho letto e amato, perché le letture ci plasmano a partire da quelle dell’infanzia. E infatti nei miei romanzi, quando ha un senso, omaggio i miei amori infantili, da Alexander Dumas a Rafael Sabatini a Giana Anguissola. Ma, certo sono legata in particolare alla poetica amarezza dei libri di Giorgio Scerbanenco, il padre del noir all’italiana, alle atmosfere dense e nebbiose di Simenon, alla passione civile di Sciascia e Camilleri, all’ironia di Fruttero e Lucentini. E adoro Jane Austen, prova vivente che si può essere profondi nella leggerezza.
Una realtà che ha preso sempre più campo è quella dei social network, con tutto il bello e il brutto che ne consegue. Qual è il suo rapporto con questi strumenti di interazione?
Appartengono a una generazione più socievole che social e preferisco i rapporti personali, addirittura faccia a faccia, a quelli online. Sono del tutto istintiva nell’uso dei social: li utilizzo come una bacheca per raccontare qualcosa di me, per i miei appuntamenti. Seguo le persone e le istituzioni che mi interessano quando riesco, ma senza nessuna strategia “di marketing”. In genere, comunque, sono poco strategica. Qualche volta mi spiace non essere all’altezza della nuova sfida che i social ci propongono, ma non è certo l’unica in cui sono scadente.
Come ultima domanda, le volevo chiedere una cosa su Milano, città di ambientazione dei suoi romanzi. Quali sono le caratteristiche che, secondo lei, non sono più di tanto note al lettore medio e cosa la rende ideale per le sue storie.
Vista la mia formazione giornalistica, tendo a raccontare quello che conosco e racconto per immagini. La scelta di Milano come protagonista e non come semplice quinta scenografica dei miei romanzi è stata inevitabile, visto che amo questa città nei suoi contrasti e la conosco bene, avendola battuta strada per strada quando mi occupavo di cronaca nera per La Notte, il quotidiano del pomeriggio che ha ispirato La Città dei miei libri.
Milano è una città che guarda al futuro ma profondamente legata alle sue radici ed è poliedrica. Molti scrittori, non solo di noir, ci ambientano i propri romanzi e ognuno racconta uno dei suoi volti. La Milano delle miss Marple del Giambellino, per esempio, non ha niente a che fare con quella della finanza, della moda, degli aperitivi, dei locali del jet set, ma anche della grande criminalità. E’ una città periferica, nostalgica e malinconica. I suoi cattivi hanno motivazioni spesso abbiette ma sempre passionali. La sua colonna sonora sono le canzoni di Gaber e Jannacci.
Sinceramente non so se, con i miei libri, sono riuscita a svelare qualche angolo inedito ai lettori, ma sono felice quando mi inviano foto dei quartieri in cui sono ambientate le avventure di Libera e Iole e soprattutto del loro casello ferroviario in via Pesto. Una delle soddisfazioni più grandi che ho provato nel 2023 è stato quando le tre associazioni che l’hanno preso in gestione dal Comune e dalle Ferrovie hanno organizzato una serata in onore dei “delitti del casello”. In quel cortile, sotto quegli alberi, c’era la Milano che piace a me: quella che sa sognare e fare squadra e che accoglie chi l’ha scelta, come me.
Intervista si Enrico Spinelli
Tutta la serie di Libera, la Miss Marple del Giambellino:
- La sposa scomparsa, 2016
- La fioraia del Giambellino, 2017
- Non si uccide per amore, 2018
- Ultimo tango all’Ortica, 2019
- La memoria del lago, 2020
- Ombre sul Naviglio, 2021
- Gli amanti di Brera, 2022
- Il valzer dei traditori, 2023
IL VALZER DEI TRADITORI Rosa Teruzzi
Commenta per primo