INVERNALE, di Dario Voltolini (La nave di Teseo – febbraio 2024)
Arrivato secondo all’ultimo Strega, questo romanzo breve di Voltolini, che non conoscevo, mi ha catturato fin dall’incipit, molto forte.Siamo a Torino negli anni ’70 e la voce narrante è quella di Dario, il figlio di un macellaio. Il padre vende pezzi di animali, squartare gli animali è il suo mestiere.
Dario ci descrive il mercato, i clienti in attesa davanti al banco del macellaio, i suoi gesti ripetitivi, precisi, coreografici. Un giorno però il padre sbaglia di poco più di un centimetro l’obiettivo e quasi si trancia il pollice. All’ospedale glielo riattaccano e lui torna a lavorare. Ma nulla è più come prima, il padre di Dario è stanco, sempre di più, spossato, fatica a tenere i ritmi di prima dell’incidente. Gli approfondimenti clinici dicono che è stato infettato da un batterio che dalla carne morta dell’animale é entrato in quella viva di suo padre. La diagnosi è linfosarcoma, viene indirizzato in un centro specializzato in Francia. Iniziano i viaggi della speranza, Dario va con i genitori quando può. Il lettore, attraverso lo sguardo del figlio ventenne, vive la malattia del padre, la decadenza del suo corpo, il dolore. Èun romanzo potente, con uno stile molto diretto, certe descrizioni disturbanti, ma profondissimo che non può lasciare indifferenti. Mi ha ricordato “alla linea” di Joseph Ponthus. Forse non è una lettura per tutti, non so, un pugno nello stomaco.
Di Maria Carla Rosano
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