IO, MONNA LISA, di Natasha Solomons (Neri Pozza – aprile 2022)
Accade qualcosa di strano, ultimamente, nel mondo della narrativa: dopo un romanzo in cui l’io narrante è un libro (è stato da poco recensito qui: “Tra le pagine”, di Hugo Hamilton), è la volta di un romanzo in cui l’io narrante è un quadro, e che quadro! Il più famoso al mondo. se in “Tra le pagine” il libro parlava soprattutto di altri, qui il quadro parla soprattutto di sé – e del suo autore; ma naturalmente nel corso dello sviluppo dell’intreccio c‘è spazio per inquadrature su Francesco I, Luigi XIV, Maria Antonietta, per non dire su vari personaggi eccellenti dei Rinascimento, artisti e uomini di potere, e del secolo scorso.
La documentazione di cui si è avvalsa l’autrice è imponente, le scelte narrative e la bella scrittura sono tutte sue: sono magnifiche, in particolare, le pagine iniziali del libro, in cui “La Gioconda” parla della propria nascita: nascita, sì, perché è un essere pensante e senziente, ama odia, prova paura, soffre; può colloquiare con alcuni privilegiati, il proprio autore, innanzi tutto, ma anche Raffaello e Michelangelo, e, in tempi più prossimi a noi, Picasso. I grandi nomi della storia dell’arte, insomma.
Al momento di tirare le somme, però, pur risultando questa per più versi una lettura appagante, non so dare una valutazione decisa del romanzo: un ‘bel’ libro? Oppure un ‘buon’ libro? Non è la stessa cosa. Ma, visto che amo questa autrice, di cui ho letto tutto ciò che ha scritto (consiglio soprattutto “I Goldbaum” e “Casa Tyneford”) mi sento in colpa: se non l’ho trovato coinvolgente quanto le precedenti prove della Solomons, non sarà a causa di un mio limite? E il limite, lo so, c’è: dei grandi del Rinascimento Leonardo non è il mio prediletto, dei ritratti di Leonardo questo non è il mio favorito. Non ci posso far nulla. E poi, forse, dei personaggi che sono dei monumenti non sono fatti per suscitare empatia.
Fatemi sapere che ne pensate!
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