IO SONO LA STREGA, di Marina Marazza
Uno spaccato di vita quotidiana negli anni che i libri di storia etichettano già come Rinascimento, ma che sono ancora fortemente impregnati di medioevo, con la sua religiosità superstiziosa, i suoi riti che appaiono come magia nera, il timore per le donne che sanno leggere e conoscono il potere delle piante, i pregiudizi nei confronti degli infedeli, gli ebrei, prima di tutto.
Caterina è una dodicenne orfana di madre. Il padre faceva il maestro e il produttore di inchiostri, prima di trasformarsi nell’ombra di se stesso per la perdita della moglie. Rimasta priva anche della sua protezione, la ragazzina diventa preda del giovane signorotto del luogo, un don Rodrigo con più fortuna.
Da questo momento comincia una fase della sua vita che la condurrà alla prostituzione, dalla quale si riscatterà mostrando spirito di indipendenza, tenacia e audacia.
Ci troviamo tra Piemonte e Lombardia, Pavia e il Monferrato, tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento. Ci sono gli Spagnoli i signorotto che spadroneggiano, la guerra di successione al ducato di Mantova, la peste, che abbiamo imparato a conoscere con Manzoni.
E poi c’è la storia di un giovane boia, figlio e nipote d’arte: prima o poi il suo destino si incontrerà con quello della nostra Caterina.
Ricorda tanto I promessi sposi: molti dei personaggi, compresa la protagonista, sono storici, proprio come quelli di Manzoni. Anzi, prendendo a prestito un termine che si usa per le serie TV, questo è una sorta di spin off del celebre romanzo, poiché molti degli eventi narrati si incrociano con quelli del romanzo manzoniano.
Recensione di Maria Teresa Petrone
Io sono la strega – Marina Marazza
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