IO UCCIDO, di Giorgio Faletti
Un libro che ha rivelato uno scrittore in un personaggio già noto per tutt’altro: attore e comico. Del libro ho sempre sentito parlare (e bene) e sempre diffidato (!), condizionato dal background dell’autore. Postume, le mie scuse.
Certo, parliamo di letteratura di evasione, ma di un buon thriller. Ben costruito e sviluppato, piuttosto lungo (682 pagine), il racconto non stanca e la presenza di molti topói del genere poliziesco, come l’agente dell’ FBI, non lo banalizzano, così come la non nuova situazione di tragiche storie personali alle spalle dei due investigatori, Frank e Hulot, e di Helena.
Non c’è un vero protagonista, ma tre personaggi principali, molti tipi e “figure”. Ovviamente contorta psicanaliticamente la figura dei “cattivi, (non dico chi sono per non svelare…), tenere, ben riuscite le figure di Pierrot e della mamma. Le scene e i personaggi sono sempre ben introdotti e descritti, la trama non è eccessivamente contorta e criptica, ma abbastanza avvincente.
Sembra già passato remoto leggere di floppy disk, CD e computer da 1 giga! Non mi piace il banale, all’epoca abusatissimo, “realizzo” per “intuisco , “colgo” e non capisco alle pagine 606 e 607 se ci troviamo di fronte ad un non uso, sbagliando, del congiuntivo o ad un discorso indiretto di una mente semplice, Pierrot, riportato senza segni che lo individuino, in uno stile che richiama José Saramago, di cui, però, non c’è traccia in nessun’ altra parte del libro.
Apprezzo la prosa sapida e sobria, ricca di piacevoli aforismi ed ossimori. Non passa inosservata la descrizione delle tecniche investigative, il sottofondo psicoanalitico-criminale di alcuni personaggi, la digressione sul mondo delle regate veliche, del commercio mondiale della droga, richiamante molte opere di Roberto Saviano, e il lungo spot per il Principato di Monaco e Montecarlo, sfondo di tutta la storia.
Recensione di Antonio Rondinelli
Titolo presente nei consigli delle librerie 9 puntata
IO UCCIDO Giorgio Faletti
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