ISOLA, di Siri Ranva Hjelm Jacobsen (Iperborea)
Sinossi
Una giovane ragazza danese ha nostalgia di un’isola verde e impervia battuta dai venti del Nord, un’isola delle Faroe dove non ha mai vissuto ma che ha sempre sentito chiamare «casa», perché da lì emigrò la sua famiglia negli anni Trenta.
Comincia così, dall’urgenza di riappropriarsi delle sue origini e di una cultura che ha ereditato ma non le appartiene, il suo viaggio di ritorno a Suduroy, da cui nonno Fritz, pescatore dell’Artico, partì alla ricerca di un destino migliore, e nonna Marita, sognatrice irrequieta, fuggì verso il mondo e la modernità.
Un viaggio nella storia di una famiglia e di questo piccolo arcipelago sperduto nell’Atlantico, che è stato coinvolto nel secondo conflitto mondiale e nella guerra fredda e che ha lottato fieramente per una sua autonomia dalla Danimarca.
Un viaggio nella memoria e nel mito che perdura in queste terre sospese nel tempo, tra le asprezze di una natura primigenia, dove ogni racconto di vita si colora di leggenda, dall’amore segreto tra Marita e Ragnar il Rosso, falegname filosofo e ribelle che chiama i gabbiani «i proletari del mare», alla roccia incantata nel giardino di zia Beate, che attira sciagure su chi prova a rimuoverla.
Commento
Deve essere stato un gioco di assonanze tra il termine “Faroe” e il termine “faro” a portarmi alla similitudine tra questo romanzo e la luce guida dei marinai.
Il libro inizia con Marita che sta lasciando per sempre l’arcipelago per emigrare in Danimarca.
Il capitolo successivo (la luce del faro sta illuminando altrove) racconta del funerale di Marita tanti anni dopo con parenti vari che si riuniscono proprio nello stesso luogo da cui è partita la storia.
Ma ecco che il faro gira ancora, vediamo l’intermittenza rossa e Marita dopo una traversata in mare, in bilico tra la vita e la morte, raggiunge la Danimarca. E’ l’inizio di una nuova vita.
Noi lettori siamo ancora lì davanti al faro, in piena notte, ad ascoltare la storia, non sempre limpida, di questa famiglia, senza accorgerci che, piano piano, sta arrivando l’alba. Il faro sta per spegnersi. La rinascita sta avvenendo e tra poco l’intermittenza rossa non ci sarà più. Marita ha vissuto la sua vita lontano e quando il faro si spegnerà, anche a lei succederà la stessa cosa. Là fuori, però, un nuovo giorno è spuntato andando a scacciare la notte, con la vita che trionfa idealmente sulla morte.
Ho amato questo libro, sia per ciò che racconta che per come lo racconta. Questo autore ha la capacità di riprodurre in poche parole paesaggi immensi e talmente tanto lontani da noi che sarebbe impossibile immaginarli e invece… Tutto diventa familiare, intimo, profondo. E scopri che tra poco anche tu lettore potrai metterti a parlare faroese coi pescatori del luogo, come se fossi nato lì. O meglio, come se tua nonna fosse andata via da lì per offrire a tua madre un mondo migliore.
Recensione di Rita Annecchino
ISOLA Siri Ranva Hjelm Jacobsen
Commenta per primo