JIM IL FORTUNATO (LUCKY JIM), di Kingsley Amis
Nella speranza di vedersi rinnovare il contratto, Jim Dixon, giovane professore di storia medievale in un oscuro college della provincia inglese, è costretto a subire le angherie e i capricci del suo anziano, lunatico e svampito superiore, col quale ingaggerà una segreta guerra psicologica, spunto per una serie di scene divertenti nelle quali si raccontano i tentativi di Jim di rimanere a galla e di cercare di adeguarsi alle regole, non scritte, della competizione per un posto al sole.
Nonostante il titolo, può essere difficile immaginare in cosa consista la fortuna di Jim, arrabbiato e disilluso portavoce della generazione che, appena suscita dalla Seconda Guerra Mondiale, cercava di farsi largo in un mondo accademico ancora in totale balia dell’old establishment fatto di “baroni” strenui e consapevoli difensori di un sistema di privilegi dal quale dipende la loro sicurezza sociale ed economica e che, per tanto, intendono difendere con arroganza e decisione.
Il romanzo sembra comunque suggerire che la fortuna di Jim sta proprio nella sua rabbia, nel suo non volersi piegare a tradizioni nelle quelli non si riconosce, nel suo saper guardare un mondo povero di occasioni con gli occhi di chi non si arrende.
Il quadro sociale dipinto da Amis, verso il quale lo scrittore appare molto critico, è popolato da arrivisti, giovanotti arroganti, ricercatrici isteriche, anziani professori incapaci di restare al passo con i tempi ma che hanno l’assurda pretesa che siano i tempi a fermarsi per aspettarli: la satira di Amis, feroce e arguta, li prende di mira senza pietà, offrendo al lettore pagine umoristiche ma pessimisticamente desolanti.
Nonostante gli anni che ha, Jim il fortunato è un romanzo attuale, perché mette in scena uno scontro generazionale combattuto con le armi di privilegi e arroganza, da una parte, di astuzia e volontà dall’altra: lo consiglio a quanti abbiano interesse nell’analisi delle dinamiche sociali e a chi pensi di potersi riconoscere, anche solo per un attimo, nell’indomito protagonista.
Recensione di Valentina Leoni
Titolo presente anche nella nostra Rassegna mensile di Luglio 2019
Be the first to comment