KAMANDI. L’ultimo ragazzo sulla terra, di Jack Kirby (Panini Comics)
Terminata da poco la lettura di Kamandi, serie scritta e illustrata da Jack Kirby a partire dal 1971(ad eccezione degli ultimi numeri dove illustra solo) nonché il mio primo approccio con questo autore molto importante per il mondo del fumetto, a cui furono dedicati i Kirby awards e dopo la fine di essi fu uno dei primi ad essere inserito nella Hall of fame degli Eisner Awards.
LA TRAMA
Ci troviamo in America, nella terra dopo il “Disastro” causato da varie esplosioni atomiche, gli esseri umani sono in gran parte morti, altri si sono nascosti nei bunker o nei rifugi, ed è qui che Kamandi nasce e viene cresciuto da suo nonno (durante la storia non verranno mai nominati i genitori o la sua famiglia in generale).
Kamandi è un ragazzo di 16/17 anni, cresciuto e istruito dal nonno, il quale proverà poi ad uscire in superficie, e tra le rovine di New York farà una scoperta sconcertante, gli esseri umani sono regrediti ad uno stato animalesco e gli animali si sono evoluti, parlano e ragionano ma soprattutto governano il mondo.
L’IMMAGINARIO DI KIRBY
Per capire le capacità dell’autore bisogna contestualizzare l’opera al periodo in cui fu creata, nel 1971 immaginare un mondo dove le tigri del grande Cesare si fanno la guerra con le scimmie o i leopardi, non era cosa da tutti, sicuramente la pellicola di Schafnner che adatta il romanzo di Boulle “Il pianeta delle scimmie” funge da spunto, ma Kirby ne fa una sua versione, adattandola al fumetto.
Ogni autore conserva e sviluppa un proprio reparto immaginifico che si crea anche con le storie lette, viste o vissute, così come ognuno di noi si fa un bagaglio culturale leggendo.
REGNO ANIMALE
La terra dove si muove Kamandi è in rovina, e sulle rovine della nostra civiltà si erge quella Animale, che comunque ricade nei nostri errori o difetti, e l’autore lo fa notare “legando” l’animale in questione al lato umano a cui lo si paragona normalmente, ad esempio a capo della compagnia Sacker,che rappresenta il capitalismo o l’avidità c’è un serpente, il richiamo alla guerra avviene tramite il grande Cesare e le sue tigri legionarie, mentre il lato umano legato ai culti o alle mistificazioni tribali o se vogliamo primitive viene dato ai gorilla, e infine gli esseri umani, ormai selvaggi che vengono trattati e ingabbiati come faceva prima con gli animali, e vedremo la comparsa anche qualche alieno dando anche una venatura fantascientifica alla storia.
Kirby quindi va a creare una Storia che tocca anche vari temi seppur non in maniera profonda.
KAMANDI
Il protagonista è un ragazzo adolescente, dal cuore grande e orgoglioso, e nel suo viaggio andrà a stringere legami sia con umani mutanti come Ben Boxer,il quale può produrre una fissione nucleare interna e trasformarsi in un uomo d’acciaio; Sia con Animali come il Dr. Canus o il principe Tuftan, o Klik-Klak la cavalletta gigante.
CONCLUSIONE
Kamandi è stato uno dei fumetti dell’epoca di mio padre, e Kirby un gigante del fumetto Americano che ne ha scritto la storia è gettato le fondamenta insieme a Stan Lee e ha indubbiamente tutto il mio rispetto, e per leggerlo va contestualizzato al periodo e anche al pubblico per cui era pensato, leggerlo nel 2023 a 30 anni non è come leggerlo negli anni ’70 a 15,e l’età si sente, soprattutto nella sceneggiatura che tende ad accompagnare troppo il lettore, per cui lo consiglio a chi vuole ampliare la propria cultura fumettistica, a chi sa contestualizzare e apprezza il fumetto d’altri tempi.
Il mio recupero continuerà con Quarto mondo e Omac, che sono molto curioso di leggere.
Recensione di Pierpaolo Errico
KAMANDI. L’ultimo ragazzo sulla terra Jack Kirby
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