King Vs Stoker… Due libri a confronto
DRACULA, di Bram Stoker LE NOTTI DI SALEM, di Stephen King
“Raccontare una storia è bello ed è ancora più bello quando la gente ha voglia di ascoltarla. Credo che questo libro, nonostante i difetti, sia una di quelle buone. Una di quelle che “fanno paura”. Se non l’avete mai sentita prima, lasciate che ve la racconti adesso. E se l’avete già sentita, lasciate che ve la racconti di nuovo. Allora spegnete la TV – anzi, perché non spegnete tutte le luci lasciando solo quella sulla vostra poltrona preferita? – e parleremo di vampiri, qui, nella penombra. Credo di potervi far credere che esistono, perché scrivendo questo libro, ci ho creduto anche io.”
Ho letto questo libro di King essenzialmente per un motivo: ero curiosa di vedere come veniva trattato il MIO libro, il libro che salverei in un ipotetico Fahrenheit: Dracula di Bram Stoker.
Ero pronta a massacrare il Re, nonostante il mio amore per lui…e invece con grande piacere non ho nulla da rimproverargli.
Dracula è il libro che ho riletto tante di quelle volte da saperne frasi a memoria, è il mio appuntamento fisso tutti gli anni in questo periodo. E’ il libro in cui mi rifugio quando ho bisogno di ritrovarmi. Lo so, può sembrare folle!!! Ma tutti abbiamo il nostro libro-àncora. Dracula è il mio!
Per mille motivi che non sto a spiegare qui…perché oggi il protagonista è “Le notti di Salem”.
King ha trattato il Conte con i guanti bianchi. Non lo ha riscritto, non lo ha stravolto, non lo ha snaturato, non lo ha scopiazzato. Lo ha rinnovato, gli ha dato una luce contemporanea, più immediata, forse, senza però sminuire la potenza del suo messaggio.
Ovviamente non potevano mancare i tocchi splatter, ispirati ai fumetti horror che hanno accompagnato King nella sua infanzia.
Dei libri fino ad ora letti, tra cui IT, questo è quello che più mi ha terrorizzata
Neanche Pennywise mi ha tenuto sveglia le notti. Forse perché in IT il cerchio magico del Club dei Perdenti è talmente forte e potente da far da scudo al male che pervade il racconto.
Mi sono sentita anche io nel Cerchio di energia dei Buoni.
Ecco, questo scudo non l’ho trovato a Salem.
C’è ovviamente una forza positiva che ostacola il Male, c’è una sorta di squadra che lo affronta. Ma si sgretola in fretta, non regge lo scontro pur vincendo apparentemente la battaglia.
Tanti sono i rimandi al Dracula di Stoker: l’arrivo in città di uomini carismatici e affascinanti, quasi d’altri tempi, lo sbarco di casse misteriose, una casa che domina su tutto.
“Casa Marsten. Appollaiata lassù per tutti questi anni, forse a conservare l’essenza del male. Per quasi cinquant’anni ci ha guardato dall’alto, ha osservato tutti i nostri peccatucci e le nostre piccole bugie. Come un idolo”
E c’è un gruppo di persone che ha il coraggio di guardare negli occhi il Maligno, che non volge lo sguardo altrove, che non fa finta di niente.
“C’erano quelli che sapevano, se lo sentivano dentro, ma lo hanno fatto entrare lo stesso. Perché era più facile arrendersi che pensare che una cosa così orribile potesse essere reale”
Ve li presento: “un vecchio insegnante con la testa infarcita di letture, uno scrittore ossessionato dai suoi incubi infantili, un bambino che ha seguito un corso di specializzazione in vampiri guardando film e leggendo giornaletti”, una ragazza “che crede”, un medico che da ragazzo era dotato di grande immaginazione, trasformato poi in uno stolido empirico dall’università, ed infine un prete “un po’ bislacco, un ubriacone colto ed educato”.
Se la squadra del Professor Van Helsing di Stoker è guidata da scienza e ragione, King ha messo in campo superstizione e fede. Non ha avuto alternativa.
Stoker, a suo tempo, ha subito il fascino delle invenzioni e delle innovazioni moderne. La scienza e la ragione che vincono sul buio delle superstizioni e dei Poteri Oscuri.
King invece scrive in un tempo in cui tutti i congegni tanto ammirati e visti con speranza e meraviglia da Stoker, appaiono a lui sinistri e concretamente pericolosi.
Con “Le notti di Salem” King inizia ad affrontare temi che saranno a lui cari e che ho ritrovato in molti suoi romanzi successivi: il bullismo, l’alcolismo, la violenza domestica, il difficile rapporto genitori-figli, il finto perbenismo americano delle cittadine di provincia.
“Questi sono i segreti della città e alcuni si sapranno e altri no. La città li conserva tutti dietro una faccia da perfetto giocatore di poker. La città si disinteressa del lavoro del Diavolo come si disinteressa del lavoro di Dio e di quello dell’uomo. Conosce il buio. E il buio è sufficiente”.
“La città è il concorso di tre elementi che, sommati, danno un valore che li trascende. La città è le persone che ci vivono, le costruzioni che hanno eretto per abitarle o condurvi affari ed è la terra”
E poi infine c’è la forza e il grande potere dell’immaginazione, che ci permette di guardarci dentro con lo sguardo del nostro bambino interiore, per dare un volto alle nostre paure, ai nostri incubi peggiori, alle insicurezze che ci paralizzano. E’ solo guardandole negli occhi che siamo in grado di superarle e vincerle, evolverci, trasformarci e compierci…
“Dobbiamo attraversare acque amare, prima di raggiungere la dolcezza”
Dottor Van Helsing, Dracula, Bram Stoker
Buona Lettura!
Recensione di Cristina Costa
DRACULA, di Bram Stoker LE NOTTI DI SALEM, di Stephen King
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