LA BALLATA DI ADAM HENRY, di Ian McEwan
Recensione 1
Ho letto questo libro, e visto anche il film che ne hanno tratto, Il verdetto.
Il libro mi è piaciuto molto e lo consiglio perché molto attuale, sulle domande e risposte che stimola e cerca di dare sul grande dilemma dell’uomo, il suo legittimo diritto di scegliere di vivere o morire. E nel caso non sia in grado di esercitare questo diritto, chi può farlo?
È la storia di Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte britannica, in carica presso la Sezione Famiglia, si occupa principalmente di minori.
Fiona è un giudice integerrimo, che ha sempre esercitato con assoluta razionalità e rettitudine e tenendo sempre bene presente “il benessere del minore”.
In un momento delicato della sua vita privata deve occuparsi del “caso” Adam Henry.
Adam è un giovane adolescente, prossimo alla maggiore età, malato di leucemia, che per motivi religiosi rifiuta le cure che potrebbero salvargli la vita. I genitori, pur amandolo molto, per gli stessi motivi religiosi, rispettano la sua scelta, ben sapendo che perderanno il loro unico figlio. Adam, non può comunque esercitare il suo diritto perché appunto, non ha compiuto ancora 18 anni, l’età giusta, secondo la legge, per cui si acquista la maturità.
Ed è a questo punto che tutto viene messo nelle mani del giudice Fiona Maye.
E qui mi fermo.
Un pensiero va a questi giudici, che come i medici, spesso sono chiamati a decisioni che a volte possono essere impopolari, e pur essendo la routine della loro professione, non sia facile, per queste persone, non farsi coinvolgere dall’enorme responsabilità delle loro “sentenze”.
Recensione di Sebastiana Cavasino
Recensione 2
Fiona Maye è un giudice dell’Alta Corte Britannica, lavora presso la Sezione Famiglia.
In ogni sua delibera ricerca sempre il benessere dei minori, ogni sua delibera è mossa da questo parametro decisivo.
Sposata da 35 anni, senza figli, viene lasciata dal marito il quale le comunica che vuole “farsi un altro giro” con una giovane donna prima che sia troppo tardi. Glielo comunica “ferendola con indifferenza”, una novità nella loro relazione.
Nel mentre il suo lavoro la porta a deliberare su un caso alquanto delicato: Adam Henry, quasi diciottenne, si ammala di leucemia. Lui e la sua famiglia, testimoni di Geova, rifiutano le trasfusioni di sangue. L’ospedale chiede al giudice di deliberare in merito, il tempo è veramente poco.
Fiona prima di emettere la sentenza, dopo aver sentito ospedale e genitori, decide di incontrare Adam, vuole capire se, anche se minorenne, abbia compreso appieno le conseguenze della sua decisione.
Il romanzo pone delicate questioni: libero arbitrio e legalità, religione ed etica, età e capacità decisionali.
Bello ed intenso il romanzo di McEwan pone un’altra questione: Fiona aveva sempre pensato che le sue responsabilità non dovessero andare oltre le mura dell’aula, per cui quando Adam le chiede aiuto, sperando di ricevere da lei una guida, un conforto (non potendolo più avere dalla fede) lei lo rifiuta preoccupandosi della sua reputazione, lei che ha sempre vissuto una vita irreprensibile, inappuntabile.
Consigliato
Recensione di Sonia Signorini
Recensione presente nelle 5 recensioni più cliccate a Maggio 2020
Be the first to comment