LA BAMBINA DI HITLER, di Matt Killeen
Sarah Goldstein è una ragazzina bionda dagli occhi azzurri, ebrea, di quindici anni, che nel 1939 si ritrova ad affrontare da sola una Germania che sta per essere devastata dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Per gli ebrei di fatto il delirio di onnipotenza tedesco era già iniziato. Sua madre, nell’ estremo tentativo di portarla via, forza un posto di blocco di nazisti e muore uccisa. Sarah si ritrova da sola a scappare e nascondersi.
Durante la fuga incontra il capitano inglese Jeremy Floyd, spia britannica, che salverà e verrà salvato a sua volta dalla ragazzina in una serie di rocambolesche avventure che porteranno la giovane a spacciarsi per una giovane rampolla tedesca e la porterà fin nel cuore del nemico, ovvero in una prestigiosa scuola per future donne hitleriane con l’ unico scopo quello di poter rubare informazioni al nemico.
Questo libro è un romanzo, per cui i personaggi sono inventati, ma ognuno di loro è frutto delle accurate ricerche dell’ autore nel cercare di colmare la sua dicotomia di pensiero sul popolo nazista e di spiegare come abbia fatto un popolo così mite a fare ciò che ha fatto.
Gli eventi narrati e il contesto storico sono tutti reali.
Mi piace pensare che ci siano state bambine e bambini come Sarah che non si sono lasciati piegare dalla meschinità umana e che l’ abbiano combattuta intrufolandosi all’ interno di quella società sbagliata che era appunto quella dei giovani nazisti.
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