LA BAMBINA SENZA NOME, di Carmen Mola (Salani – ottobre 2024)
E siamo al terzo capitolo di una saga che si annuncia più intensa di quanto mi aspettassi.
Positivo? Negativo? Ancora non ho deciso.
Di sicuro sconvolgente e coinvolgente allo stesso tempo.
Questa autrice non perde tempo a cercare le parole per “addolcire” la vicenda.
Te le butta in faccia, una dopo l’altra, senza riguardi.
E’ la situazione che lo impone, lei cerca solo di essere sincera.
Il buonismo in questi libri è fuori luogo.
Quello che ho notato, anche qui, come nei precedenti due, è l’approccio verso la maternità.
Questo è il terzo libro in cui si parla di bambini e di madri.
La Bimba ha un ruolo determinante, ma d’altronde anche tutta l’esistenza precedente di Elena Blanco alla ricerca del figlio rapito lo aveva.
C’è una nota importante di denuncia, a mio avviso, verso tutti i cliché del mondo maschile.
Per questo c’è una prevalenza di personaggi femminili.
L’autrice già nelle prime pagine mette la donna in una posizione scomoda, perché ci presenta un nuovo membro della BAC, Reyes… una donna… ma non solo… è la nipote di Rentero.
E’ la raccomandata che già dal primo giorno deve dimostrare più di qualcosa al gruppo.
Un primo giorno di lavoro che la butterà dentro ad una vicenda dura, pesante, crudele.
Situazioni ad altissima tensione in cui il lettore spera in una conclusione un po’ meno nera… invano…
L’autrice ci ha abituati a tutto questo. Nei suoi libri non c’è speranza a cui aggrapparsi.
Sono ruvidi, tremendamente crudeli e fin troppo veri. Il lettore ne esce profondamente inquietato, perché la realtà raccontata in questi termini sconvolge.
Polizieschi con la tensione a mille, che si trasformano in noir molto torbidi, fino a sfociare in thriller crudi e pesanti da “digerire”.
Nonostante tutto, però, il lettore rimane incollato alle pagine fino alla fine. Non c’è tempo di gustarsele, bisogna divorarle parola dopo parola.
In questo lei è maestra.
E mi piace
Nonostante tutto
E io ce la vedo la speranza.
Queste donne spezzate hanno qualcosa da dirci.
Già il fatto che le loro voci echeggiano nella nostra mente anche dopo che i libri sono finiti la dice lunga.
Ho già voglia del prossimo, se ci sarà…
Recensione di Rita Annecchino
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