LA BAMBOLONA, di Alba de Céspedes
Non si può dire che questo romanzo sia altrettanto bello di “Quaderno proibito” ma mi è parso più maturo e ricco di spunti rispetto al tema dominante trattato nel primo. La storia ricorda per qualche verso “Un amore” di Buzzati, e tratta della intensissima passione nutrita da un avvocato quarantenne per una studentessa diciassettenne.
Lei è Ivana, la bambolona, appunto, una bella ragazza in carne che, nella Roma del 1967, ancora sembra appartenere a una famiglia di stampo ottocentesco, di origini calabresi. Per tutto il tempo della storia, il lettore si interroga sull’esito della infatuazione – puramente fisica – che il quarantenne Giulio prova per Ivana, la quale sembra essere quasi inanimata, disponibile solo a farsi toccare ma mai baciare , come se non volesse che il promesso sposo si accosti al suo cuore.
“Nel giardino c’era un profumo d’erba e d’ estate, Giulio spingeva Ivana contro il pilastrino della porta che dava sulla scala. Le infilava la mano nella scollatura, la toccava qua e là, a piene mani, affannosamente. Non provava alcun desiderio di possederla: gli bastava toccare”.
Ma poi ce l’ha un cuore, Ivana? A questa domanda, l’autrice risponderà solo nelle ultime pagine, con un finale decisamente inaspettato.
Il romanzo è anche un modo per affrontare altre tematiche, come quella dell’omosessualità – all’epoca ancora poco sdoganata, vissuta attraverso il personaggio di Diodato, fedele maggiordomo di Giulio. E poi, mentre vive la sua straordinaria estate di innamoramento, Giulio affronta anche il problema dell’ apparente scomparsa del padre e del rapporto che lo lega a lui.
“Si guardarono in faccia uscendo nel giardinetto ombreggiato dai rami dei grandi cedri, è carino qui, disse, sì, carino, il padre rispose; cercavano un pretesto per incominciare a parlare eppure, volontariamente, rimandavano”.
Il padre, che si presenta attraverso un lungo monologo in cui spiega al figlio la sua vita e le ragioni della scelta di vivere e poi non vivere più con la moglie/madre di Giulio, è figura tipica di una certa intelligentia di sinistra, che si contrappone a quella del ragionier Scarrapecchia, padre di Ivana, affabulante nostalgico mussoliniano.
Due uomini della stessa generazione ma completamente diversi anche nel modo di intendere le relazioni con le donne, che comunque ne escono in entrambi i casi vittime/carnefici, sia pure per motivi differenti.
Giulio, in mezzo: una delle prime generazioni schiacciata dal nulla consumistico, costretto – dalla improvvisa e conflittuale passione per una ragazzina – a ripensare la propria vita e i propri comportamenti, sempre vissuti con superficialità.
“Ah sì? E che cosa hai pensato?
Ma lo sai bene, papà, me lo hai sempre rimproverato, io non penso mai”.
Recensione di Elisa Tomassi
Recensione 2
Giulio è un avvocato romano sulla quarantina. E’ un uomo brillante e simpatico e ampiamente stimato negli ambienti che contano. Con le donne riscuote grande successo stando bene attento a non instaurare rapporti troppo impegnativi. Del resto le donne che frequenta gli somigliano molto: stessa classe sociale e nessun serio coinvolgimento affettivo.
Un giorno Giulio, mentre si trova fuori dallo studio per un importante appuntamento di lavoro, incontra casualmente una ragazza che lo colpisce per le forme prosperose e provocanti e la segue. Dopo un tentativo di approccio da lei respinto Giulio la segue fino a casa, si presenta ai genitori e chiede al padre il permesso di frequentarla.
E’ l’incontro di due mondi che non potrebbero essere più diversi. Lui ha quaranta anni, è un ricco borghese, frequenta il bel mondo. Lei, Ivana, ha diciassette anni, è una bambolona taciturna e infantile; la sua famiglia di origine calabrese vive miseramente. Giulio ha i suoi amici, il suo lavoro, il suo mondo ma da quando ha conosciuto Ivana, da quando ha visto quelle forme generose pensa solo al suo corpo, alla sua carne. Sono pagine e pagine di continue analisi dello stato d’animo di Giulio che quasi vive uno sdoppiamento da un lato continuando, o cercando di farlo, la sua solita vita e dall’altro coltivando la sua ossessione per la “bambolona”.
Giulio subisce lo strettissimo controllo della famiglia di Ivana che non viene mai lasciata sola con lui. Ufficializza il fidanzamento e prospetta alla famiglia di lei il matrimonio da farsi a breve tanta è la voglia che Giulio ha di consumare. Continua comunque a tenere Ivana fuori dal suo solito mondo, non la presenta agli amici e alla famiglia….. anzi tiene nascosta questa relazione di cui, in fondo, si vergogna. I rapporti con la famiglia di Ivana sono assolutamente formali e con lei quasi inesistenti. Lei è solo un pezzo di carne appetitosa che gli fa venire l’acquolina in bocca e che si papperà presto. Ma le cose non sono così semplici come sembrano……
Questo è uno di quei libri che ti riconciliano con la letteratura, col piacere di leggere, che ti fanno star bene e che, una volta letti non dimentichi mai più. Alba de Céspedes è stata una scrittrice di grande talento oggi incredibilmente poco conosciuta e ignorata dagli editori.
Il romanzo mi ha ricordato, almeno nella parte iniziale, un bellissimo romanzo di Dino Buzzati “Un amore” dove si parla, anche qui, di uno scapolo quarantenne e benestante che perde la testa per una giovanissima donna che diventa per lui una vera ossessione. Naturalmente i due romanzi, quasi contemporanei, sono due cose diverse ma condividono uno spunto comune e la prepotente genialità dei loro autori.
Recensione di Stefano Benucci
LA BAMBOLONA Alba de Céspedes
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