LA BIBLIOTECA DI PARIGI, di Janet Skeslien Charles
Ogni lettore conosce bene quella strana magia che alcuni libri sanno creare: il mondo celato nelle pagine, inizialmente estraneo, poco a poco accoglie e ammalia, rendendo davvero dolorosa la separazione al termine della lettura.
Non sempre succede, ma in questo caso è davvero difficile uscire da quel mondo.
Un libro di facile lettura che però stupisce per la ricchezza dei contenuti.
La vicenda è ispirata a fatti realmente accaduti e ci viene raccontata a due voci, da Odile e Lily.
La tecnica narrativa, molto utilizzata attualmente, è quella in cui passato e contemporaneità si alternano: il presente cattura il lettore facendo affiorare domande irrisolte, misteri e dubbi che soltanto una voce proveniente dal passato potrà chiarire e svelare.
Il gioco è fatto: iniziato il libro non si potrà che proseguire a ritmo sostenuto.
La Storia è fra i protagonisti del racconto. Un periodo difficile e doloroso che tutti conosciamo bene, viene rievocato con garbo, senza appesantire la trama, dando però riferimenti precisi e sempre corretti.
Ma veniamo alla storia: metà ambientata a Parigi, fra gli scaffali della Biblioteca Americana dove Odile lavora durante l’occupazione tedesca; l’altra metà ambientata a Froid a metà degli anni ’80, dove Lily è costretta ad affrontare parecchi problemi.
Odile e Lily, vicine di casa, iniziano a frequentarsi dopo anni in cui il loro rapporto si era limitato a un saluto distratto.
Una vita a separarle.
Lily, adolescente con una quotidianità piena di solitudine e di dolore, è in cerca di una persona capace di ascoltarla e di accompagnarla in una serie di giorni difficili.
Odile, anziana e ormai sola, piena di ricordi e di rimpianti, fatica a convivere con i pensieri che continuano ad riaffiorare dal passato e, soprattutto, fatica a trovare un senso ai suoi giorni.
Poi l’incontro e la scoperta di essere indispensabili l’una per l’altra.
La saggezza di Odile con una vita piena di esperienza alle spalle, la freschezza e la disperazione di Lily si coniugano in un rapporto che vivifica l’anziana signora e rafforza e sostiene la ragazza.
Un’amicizia che va oltre le convenzioni, che arricchisce e risolve, che conosce alti e bassi ma che rappresenta uno strumento di crescita e miglioramento per tutti.
Lily e Odile, gli stessi sentimenti, le stesse reazioni a mezzo secolo di distanza, ma l’esperienza dell’anziana bibliotecaria permetterà a Lily di non commettere gli stessi errori.
In questo libro però c’è molto altro: l’amore, fatto di scoperte e sotterfugi, l’amicizia vissuta e poi tradita, l’amore fraterno, il coraggio di abbandonare tutto per ricominciare, regalandosi un’altra chance.
Un ruolo non marginale va a tutti i bibliotecari dell’ALP, protagonisti di questo capitolo di Storia, poco noto ma bellissimo.
Boris, Odile, Bitsy, Margaret, la signorina Reeder hanno lavorato e rischiato la vita per anni, convinti dell’importanza dello spirito comunitario e della capacità dei libri di unire e creare ponti.
Per difendere il principio secondo il quale la cultura è un bene di tutti e per tutti e va condivisa e salvaguardata per rendere il mondo un posto migliore, perché i libri sono il pane che nutre la mente.
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