LA BUSSOLA DI NOÈ, di Anne Tyler (Guanda)
La conoscete la sensazione di sentirvi “approdati”, di aver fatto quello che ci si aspettava da voi, di non essere pienamente soddisfatti, ma neanche infelici, di aver fatto cose giuste e cose sbagliate, nel matrimonio, coi figli, sul lavoro?…insomma, di aver galleggiato, come fece Noè con la sua Arca, che eseguì quanto gli era stato ordinato e ottenne il suo risultato, ma guidando una nave senza vele, perché lo scopo di Noè non era raggiungere una meta orientandosi con una bussola, ma semplicemente stare a galla, e aspettare.
La metafora del titolo è straordinaria.
Liam è un filosofo, che avrebbe potuto essere brillante, ma non lo è stato. Un insegnante che avrebbe potuto spiccare, ma non è successo. Un padre tutto sommato assente.
Fino al momento in cui, trasferitosi in una casa nuova dopo essere stato licenziato, una notte viene aggredito. Peccato che lui di questa aggressione non ricordi proprio nulla, ed ecco che quando si imbatte in Eunice, che di lavoro ricorda cose per altri, crede di potersi affidare a qualcuno che lo aiuterà. E, neanche a dirlo, tra i due nasce un sentimento, ma soprattutto nasce in Liam una diversa disponibilità verso le persone che da sempre gli sono vicine, i suoi familiari.
La Tyler racconta storie comuni, storie che potrebbero appartenere a tutti noi, in cui talvolta occorre avere il coraggio di riconoscersi. E lo fa con un linguaggio semplice, preciso … anche quello ci appartiene.
Buona lettura
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