LA CASA SULLA SCOGLIERA, di Emma Rous
Il titolo seducente mi ha letteralmente spiazzato e attratto come una calamita, pensando si trattasse di una storia ambientata in un’Inghilterra ottocentesca e fosca come quella di Cime Tempestose o di Jane Eyre, ma mi sbagliavo, perché è una storia ambientata, sì in Inghilterra, ma tra gli anni ’90 e i giorni nostri.
La casa sulla scogliera è la storia di Seraphine e della ricerca della sua vera identità: perché – si domanda – lei è più scura di pelle e di occhi, rispetto al fratello maggiore e, soprattutto, al suo gemello?
Perché sua madre si lanciò dalla scogliera lo stesso giorno della sua nascita? E perché, in una foto ritrovata per caso, compare Ruth, sua madre, con tra le braccia un solo neonato e il viso sereno, che non presagiva affatto la volontà di suicidarsi? Chi è Seraphine Mayes e chi è il suo gemello Danny?
Queste sono, più o meno, gli interrogativi attorno a cui ruota tutto il romanzo, che contiene diversi colpi di scena inaspettati fino alla fine…
Il libro ha una scrittura fluida e accattivante, che tiene incollati fino alla fine, ma non dall’inizio, bensì da dopo la pagina 140, quando le cose incominciano ad infittirsi.
È un romanzo femminile, sicuramente, che si legge tutto d’un fiato, ma non è un capolavoro né è così originale nell’ideazione della trama. Sinceramente, mi aspettavo qualcosa di più dalla descrizione della sovracoperta.
Recensione di Lena Merlina
La casa sulla scogliera Emma Rous
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