LA CERTOSA DI PARMA Stendhal
L’approccio alla lettura dei grandi classici può essere talora condizionato da aspettative più o meno fantasiose che ci costruiamo nel tempo e che tendono a presentarci i grandi romanzi come voluminosi, seriosi e spesso un po’ noiosi. La lettura spesso sbugiarda inesorabilmente e definitivamente la massa di ipotesi e strane idee che ci hanno accompagnato magari per decenni.
E’ così che questo romanzo si è rivelato alla lettura scorrevole e piacevolissimo, di grande leggibilità. Certo lo stile è ottocentesco, piuttosto lento ma questo è inevitabile.
Il libro ci presenta una bellissima storia ed è un vero capolavoro.
La cosa forse più bella di questo romanzo è l’ambientazione storica davvero di grande forza.
Il protagonista, il nobile Fabrizio del Dongo, fervente idealista si reca a Waterloo per combattere a fianco dell’esercito napoleonico. Al rientro a casa, nell’allora regno Lombardo-Veneto il severo clima di restaurazione lo obbliga alla fuga e all’esilio.
Sono splendidamente descritti il clima politico, giacobinismo e restaurazione, gli stati pre-unitari che Fabrizio attraversa (allora serviva il passaporto!), le città, le strade, come si viaggiava e cento altri particolari che solo una grande opera letteraria può fornire.
Dopo vari passaggi e una lunga permanenza a Napoli il nostro eroe arriva finalmente a Parma allora capitale di un piccolo stato. Ci viene presentata la realtà di questo piccolo mondo, la società di allora. Il mondo dei nobili, la profonda influenza della religione, la politica, le relazioni con gli altri stati e gli intrighi di corte con grande ricchezza di particolari.
Insomma leggere la letteratura per capire la storia. La nostra storia.
Bella e intensa anche la storia del protagonista di cui però non vi anticipo nulla.
Capolavoro. Consigliato
Recensione di Stefano Benucci
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