LA CONDANNA DEL SANGUE, di Maurizio De Giovanni
Secondo romanzo dedicato alle indagini del commissario Ricciardi, “La condanna del sangue”, scritto dal mio adorato Maurizio De Giovanni, entra sicuramente a pieno titolo tra i romanzi più belli letti in questo 2020. I motivi? Tanti. L’ottima ambientazione nella Napoli del 1931, che vede la narrazione alternarsi in modo armonioso e realistico tra i bassi dei quartieri più popolari, i palazzi delle famiglie più in vista direttamente sul mare, il celebre caffè Gambrinus, i negozi alla moda di via Toledo, i carretti dei pizzaioli sulla strada, e la questura – per il commissario, dovere e rifugio allo stesso tempo; lo stile di De Giovanni: fluido, sorprendente, capace di modificarsi a seconda delle emozioni da raccontare, del personaggio da caratterizzare, del momento da focalizzare.
Le storie, che in questo caso sono tante, e che all’inizio sembrano tante tessere di un mosaico che poco alla volta l’uso sapiente delle parole dell’autore mette insieme in un tutt’uno che prende per mano il lettore senza mai lasciarlo fino all’ultima riga. E poi, il cuore, il vero punto forte dello scrittore: i personaggi. Da quelli più marginali, che ci accompagneranno solo in questo romanzo (penso sia indimenticabile Filomena Russo, “la donna più bella di Napoli”), a quelli che invece prendono il cuore del lettore dal primo libro per poi non abbandonarlo mai più: il protagonista, il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, con quei suoi occhi verdi e quell’aria sempre sofferente, ma con una sensibilità fuori dal comune che ogni volta è capace di stenderti e lasciarti a bocca aperta.
E il brigadiere Maione, che con la sua semplicità, le sue battute così splendidamente napoletane – e credibili, il suo calore, la sua forza e le sue debolezze, è il gregario del commissario e contribuisce a costruire qualcosa che difficilmente il lettore potrà dimenticare. E’ una lettura sorprendente, una storia particolare, un romanzo che per me è scritto in modo insolito e divino. Non è solo un romanzo giallo, è un libro che contiene tante storie e tanti messaggi, tra cui uno in particolare ho trovato particolarmente vero e che vorrei lasciarvi: “Lo sai che penso? Che è facile stare insieme quando va tutto bene. Il difficile è quando si devono superare le montagne, fa freddo e tira vento. Allora, forse, per trovare calore, uno si deve fare un poco più vicino. Te lo dice uno che campa nel freddo. E che non ha nessuno per trovare calore”. Immenso, questo De Giovanni.
Recensione di Eleonora Saia
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LA CONDANNA DEL SANGUE Maurizio De Giovanni
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