LA CONTROVITA, di Philip Roth
Vorrei dire tante cose su questo libro ma mi devo limitare perché rischierei di rovinare il piacere di godere a pieno dello svelamento a chi ne volesse intraprendere la lettura.
Roth gioca con il lettore e gli fa credere qualcosa per poi svelargli dell’altro, qualcosa di inaspettato che crea stupore, per cui vi consiglio di non cercare recensioni sul web perché molte potrebbero rovinarvi la sorpresa. In questo libro ho trovato un Roth al meglio della sua forma pur non rinvenendo, per quanto riguarda i temi trattati, nulla di nuovo, ritroviamo Nathan Zuckerman, la sua ironia, il sesso, la morte e il mondo ebraico descritto nelle più svariate sfaccettature, c’è il rapporto tra lo scrittore e i suoi personaggi e tutta l’importanza che l’attività dello scrivere assume nella sua vita, perché ormai lo sappiamo, Nathan è Philip e il Carnovsky, tanto odiato dai familiari del primo, è quel Lamento di Portnoy che fece scalpore e che tanto successo regalò al secondo, la struttura e una certa complessità invece, queste si che sono nuove.
Il tema di fondo del libro è sicuramente il desiderio di cambiamento che molti vivono nel corso della vita, quella voglia di cercare una controvita appunto, un percorso di vita alternativo.
Leggendo questo libro ho trovato naturale provare una grande ammirazione per Roth, per la sua intelligenza fuori dal comune, per la sua abilità e facilità di scrittura, a tratti veramente prodigiosa per come riesce ad offrire riflessioni filosofiche e politiche dense di significato con una leggerezza straordinaria, e veramente ringrazio il cielo di avere ancora tanto di Philip Roth da leggere, perché lui non c’è più ma noi lettori siamo gli eredi privilegiati del suo patrimonio più prezioso: la sua inestimabile arte narrativa.
Recensione di Salvatore Nannarone
LA CONTROVITA Philip Roth
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