LA CORRETTRICE Emanuela Fontana

LA CORRETTRICE, di Emanuela Fontana (Mondadori – maggio 2024)

Recensione 1

Emilia è una giovane bambinaia fiorentina che frequenta il gabinetto letterario Viessieux e che la sera si diletta nella scrittura. Qui conosce il marchese Massimo D’Azeglio che le chiede di seguire a Milano lui e la sua famiglia. Qui fa la conoscenza dell’ex suocero del marchese, Alessandro Manzoni, che vuole riscrivere “I Promessi Sposi” in lingua fiorentina, più popolare e accessibile a tutti. Partendo dalla figura di Emilia e dal recupero dei carteggi che ebbe con il celebre autore milanese, Emanuela Fontana realizza un interessante romanzo storico che ci accompagna nel cammino di riscrittura del capolavoro manzoniano, apparentemente lento nello svolgimento ma reso accattivante dalla storia personale della bambinaia e dalle vicende delle famiglie protagoniste.

Essendo un romanzo non ha la pretesa della verità storica assoluta ma non di meno vanno apprezzati il grande lavoro di ricerca compiuto dall’autrice e l’ottima caratterizzazione degli attori principali, Emilia e Alessando Manzoni in primis…

Non meno importante la cura con cui viene rappresentato il ruolo dell”editor”, figura importante quanto mediaticamente poco considerata nel processo di realizzazione di un’opera.

Devo aggiungere in conclusione e a titolo personale che questa lettura mi ha lasciato addosso la voglia di tornare a sfogliare quel romanzo che tanto bene avevo studiato al liceo e riletto con piacere in tempi recenti.

Recensione di Enrico Spinelli

Recensione 2

Firenze, ottobre 1838.

Massimo d’Azeglio, incontra, presso la famiglia Viesseux, Emilia Luti, orfana di padre che, per mantenere la madre e le sorelle, lavora come bambinaia e aiutante bibliotecaria; colpito dai suoi modi sinceri e dal suo fiorentino perfetto, le propone di trasferirsi a Milano, per diventare istitutrice di Rina, la figlia avuta dal primo matrimonio con Giulietta Manzoni.

Emilia si trasferisce a Milano dove il suo fiorentino purissimo attira le attenzioni dello stesso don Alessandro Manzoni che non è soddisfatto della prima edizione dei Promessi Sposi, vuole riscriverlo, vuole “sciacquare i panni in Arno” e con Emilia inizia una revisione del romanzo…

Tratto da una storia vera, l’autrice si è basata su scambi di corrispondenza tra Emilia e Manzoni, con le correzioni per il romanzo; ma ciò che emerge in questo romanzo è la figura umana di Manzoni, le sue fragilità, le sue manie, le sue paure, lui che spesso si lascia sovraccaricare dalle emozioni; leggendolo mi sono commossa, amando Manzoni, ma mi sono commossa, soprattutto, perché ho ricordato una serata dedicata a Manzoni tenuta da un professore che ammiro tantissimo e che ha mostrato Manzoni uomo, spesso lo si vede come una figura distaccata, nel romanzo, diceva questo prof, non c’è mai un’emozione sopra le righe, Lucia pare non trasmettere passione, è quasi “insipida”; anche per la stessa Gertrude Alessandro non va mai “oltre”, eppure quella sera, quel prof mi ha mostrato come in realtà Manzoni fosse emozione pura, era un uomo che viveva grandi emozioni, grandi passioni al punto da restarne schiacciato e forse per questo cercava di tenerle sotto controllo; quella sera avevo visto un Manzoni ironico, con battute taglienti e uno sguardo vivo, allegro, bonario e giocherellone; e qui, in questo romanzo, basato su fatti reali, traspare l’uomo, traspare la sua umana natura, traspare quel guazzabuglio che vive in lui e in ognuno di noi, così come, in ognuno di noi vive un don Abbondio, un fra’ Cristoforo, forse un po’ di Lucia e di Renzo, perché il suo è il romanzo degli ultimi ed Emanuela Fontana sa mostrare con maestria e precisione ciò che si cela dietro un capolavoro indiscusso della letteratura italiana.
Amate Manzoni? Non potete non leggerlo ed innamorarvi di don Alessandro ancor di più.

Recensione di Susanna Zappa

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