Mea culpa, mea grandissima culpa: non avevo mai letto niente di Maugham. E mai avrei letto qualcosa se non fossi stato interessato all’argomento trattato. Per mia fortuna mi è capitato di leggere questo romanzo. Ho così potuto scoprire un grande, grandissimo scrittore, le cui opere certo approfondirò come si deve.
“La diva Julia” è un romanzo stupendo perché sorretto da una scrittura magnifica.
Lo stile di Maugham è elegante, ironico, dirompente, leggero e, ciononostante, assolutamente efficace nello scandagliare l’animo umano giungendo a profondità che raramente avevo conosciuto leggendo romanzi di altri autori.
Il libro parla di Julia, la più grande attrice d’Inghilterra, la cui vita si svolge fuori e dentro il teatro i cui confini spesso e volentieri rimangono incerti.
Dopo una prima parte non esaltante, spesa per presentare i personaggi di Julia e di suo marito Michael, il romanzo si concentra unicamente sulla protagonista, dal cui punto di vista possiamo leggere il resto della vicenda.
Continuamente in bilico tra vita e teatro, incapace di tracciare una linea di confine netta, Julia è condannata a recitare anche lontano dal palcoscenico e, al tempo stesso, a lasciarsi avvincere dalle emozioni sopra di esso. Vita e teatro, realtà e finzione si confondono continuamente sotto lo sguardo ironico, divertito, egocentrico e un po’ folle della protagonista.
Narrato in terza persona, dopo la prima parte il lettore si trova comunque all’interno della testa di Julia e ne può leggere i pensieri, assaporarne i piaceri e soffrire delle delusioni.
I dialoghi sono irresistibili, a tratti spassosi. La penna di Maugham scorre leggera sulla pagina senza per questo tralasciare di marcare i sentimenti più veri e profondi dei suoi personaggi.
E io devo assolutamente leggere altro di lui.
Recensione di Attilio Facchini
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