LA DONNA CHE ADORAVA I BOMBOLONI FRITTI, di Claudia Piccini (Helicon)
La realtà è lo sfondo della fantasia che si ricopre di radici e di forme trasformandosi in analisi che esercita una profonda anatomia su se stessi.
Una storia nelle storie o viceversa a seconda della prospettiva dalla quale si osserva. Si parte dal possibile per raggiungere e spiegare l’incomprensibile che si esplica solo dopo uno scambio di ruoli perché è solo mettendosi nei panni degli altri che si conosce la verità. Un percorso utile e necessario che arriva a sfiorare il sogno e l’onirico che ci regalano la speranza dell’altrove. Forse è un po’ spiegare la vita fino alla fine.
Dolce come i bomboloni, tenero come l’assaporarli, estatico come il chiudere gli occhi mentre si deglutiscono… così è il tuo libro. L’ho “divorato” in un pomeriggio umido e afoso.
Cit dal libro: La donna che adorava i bomboloni fritti.
“Ti scrivo da un luogo in cui non vivo. Sorridi sempre e se hai brutti pensieri che non vanno via, mettili in una scatola e bruciali…”. A volte l’ho fatto.
Recensione di Gabriella Nardacci
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