LA DONNA CHE FUGGE Alicia Giménez-Bartlett

Petra e Fermin stanno indagando sulla misteriosa uccisione del cuoco francese di un food truck, e a complicare le cose è il fatto che nessuno sembra sapere niente di lui, nè gli altri ambulanti nè il suo stesso socio; e poi chi è veramente la vittima? L’unica testimonianza raccolta parla di una donna poi scomparsa e sembra l’unico aggancio possibile a cui aggrapparsi. Come se questo non bastasse per Fermin e Petra ci sono complicanze anche a casa: se però per il viceispettore tutto rientra nelle normali questioni domestiche con la moglie Beatriz per Petra la situazione è ancor più complessa e il marito Marcos si comporta in modo strano, troppo strano per una persona razionale e pacifica quale lo ha sempre considerato.

A 3 anni dall'”Autobiografia di Petra Delicado” che aveva permesso ai lettori di entrare a fondo nella dimensione umana e nel vissuto dell’ispettrice, torna Petra in un’indagine dagli sviluppi scomodi e spiacevoli, condotta per altro a fatica proprio per le complicazioni familiari che l’accompagnano; non da meno il clima post pandemia, con l’avversione della gente verso le forze dell’ordine, non depone certo a suo favore.

In questo romanzo troviamo forse una protagonista più debole e in balia dei suoi problemi personali, una situazione che se vogliamo la rende più vicina a noi e alla realtà, ben distante dal classico personaggio che non mostra mai il fianco. Anche lo sviluppo, per quanto abbastanza ordinario e sullo stile dei precedenti, è piacevole e riuscito, forse la soluzione arriva un po’ troppo “dall’alto” e il finale (che non spoilero ovviamente) appare un po’ forzato e lascia l’amaro in bocca. Si tratta comunque di una lettura piacevole, non uno dei romanzi migliori ma almeno per me riuscito, un giallo più umano che conferma il talento narrativo dell’autrice e che fa sperare di avere presto nuove notizie dell’ispettrice Petra Delicado.