LA DONNA DEL RITRATTO, di Kate Morton
Tutto comincia con Elodie, un archivista trentenne.
“….A Charing Cross, prese l’autobus numero 24 per Hampstead. Con la metropolitana avrebbe fatto prima, ma lei tendeva ad evitarla… Il traffico procedeva a rilento, in particolare nei pressi di Tottenham Court Road, dove i cantieri della Crossrail, la nuova linea ferroviaria, avevano lasciato esposto il retro di una serie di villette a schiera di epoca vittoriana”.
Siamo a Londra nei giorni nostri ed Elodie, prossima alle nozze con Alastir un giovane di successo, non sa che in quel giorno d’estate sta per fare una strana scoperta. Al lavoro, infatti, viene ritrovata una scatola contenente una borsa di cuoio molto antica, una fotografia di una bellissima donna vestita di bianco e un un’album da disegno di un pittore. Elodie deve tornare indietro di 150 anni per sapere a chi appartengano e da subito la cosa si rivela più intricata del solito.
Quando, però, all’interno dell’ album, trova il disegno di una casa il cuore le si ferma perché è la stessa della storia che tanti anni prima le raccontava sua madre, l’unica cosa che ancora la lega a lei morta prematuramente in un un’incidente stradale.
Quella villa non è altro che Birchwood Manor situata nello Oxfordshire, ed è la vera protagonista della nostra storia, perché in quella casa si sono intrecciate storie, vite, segreti, misteri. Chi riuscirà a portarli in vita? E così conosceremo Pippa (la migliore amica di Elodie), Jack, Joe il Pallido Edward Radcliffe ,Lily Millington, la Signora Mack.
Una sorta di percorso che ci porterà a capire chi è la donna del ritratto perché “farsi ritrarre è una esperienza più intima che si possa immaginare. Percepire l’intensità della completa attenzione di un’altra persona, e guardarlo negli occhi.”
Un romanzo da leggere, perché a dispetto dei tanti personaggi e dei vari fili di Arianna lasciati dalla Morton, alla fine tutti si riuniranno in un solo gomitolo.
“La donna del ritratto” è una storia di amicizia, di fratellanza, di dolore ma anche di speranza perché, “passato presente e futuro che cosa significano in fondo? Si può soltanto cercare di fare del proprio meglio con le circostanze e il tempo che vengono concessi a ciascuno di noi “
Recensione di Chiara Vicomario
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