LA DONNA GIUSTA Sandor Marai

LA DONNA GIUSTA Sandor Marai Recensioni Libri e News Unlibro

LA DONNA GIUSTA, di Sandor Marai

Recensione 1

“La donna giusta” è stato scritto nel 1941. È ambientato a Budapest durante la seconda guerra mondiale.

Questo romanzo è diviso in quattro parti; ognuna di esse racconta il punto di vista di un personaggio diverso, con un proprio modo di raccontare una stessa cosa che li ha coinvolti però tutti.

LA DONNA GIUSTA Sandor Marai Recensioni Libri e News UnLibroLa prima parte è raccontata da Marika, che parla del suo matrimonio con Peter. Lei è profondamente innamorata. Scopre che Peter era rimasto ancorato con il cuore ad una relazione passata, che gli impediva di vivere appieno il presente; “Ha tentato l’impresa più difficile. Ha cercato di cancellare il sentimento con la ragione”.Questa donna ha un carattere temerario e coraggioso; nonostante stia andando incontro alla fine di questa relazione, Marika fino alla fine ha ricercato la verità. “Ho scoperto che la persona giusta non esiste. Esistono soltanto le persone e in ognuna c’è un pizzico di quella giusta”.

Nella seconda parte è Peter a raccontare la sua versione del suo rapporto con la moglie. Lui era segretamente innamorato della serva, Judith; quando divorzia da Marika, sposerà proprio questo agognato amore. In realtà la ragazza lo tradirà e lo deruberà.

La terza parte è raccontata proprio da Judith e vediamo il suo punto di vista su Peter e la sua storia con il batterista.

L’ultima parte infatti è narrata proprio da lui, Ede, che si è trasferito a New York.

 

Voto 9: Marai scrivere con un’intensità disarmante, come descrive i dettagli e le emozioni. Questo romanzo, così come è strutturato, ci insegna che ognuno ha un punto di vista diverso dagli altri. Anche se tutti stiamo vivendo uno stesso momento insieme, ciascuno di noi lo descriverà in modo diverso. “Sai nella vita succede tutto quello che deve succedere e, alla fine, ogni cosa trova il proprio posto”; è un pensiero espresso da Peter ed è un piano di vita che io condivido pienamente. Non c’è bisogno di forzare nulla; quello che deve essere, sarà.

Non dobbiamo cercare la persona giusta né gli altri possono pretendere che noi lo diventiamo. Le cose cambiano continuamente, per fortuna o purtroppo; noi eravamo il “per sempre” di qualcuno e ora non lo siamo più. I dogmi non vanno rincorsi, ma sfatati.

Recensione di Graziana Ingrosso

 

Recensione 2

Mi ha ricordato la struttura di una fuga di Bach: il racconto prende avvio da un’idea tematica che viene esposta e più volte ripetuta nel corso del libro da voci diverse, analizzando da più angolazioni la stessa storia, proponendo approfondimenti e variazioni.

Sicuramente un esempio di ottima scrittura: solo così si spiega il fatto che per ben 398 pagine il lettore resti ad ascoltare e riascoltare lo stesso racconto.

L’impianto del romanzo è davvero originale: anni quaranta, la storia di una vita, tre lunghi monologhi.

Avete capito bene: il libro consiste di soli monologhi, ognuno dei protagonisti racconta la stessa storia dalla sua prospettiva personale.

È dapprima la voce sommessa di una donna a raccontare la storia di un matrimonio sfortunato.

A fior di labbra, in una lussuosa pasticceria di Budapest, racconta ad un’amica il lento, quotidiano logorarsi di un amore e la sua vita ormai solitaria e inutile, piena soltanto di ricordi e rimpianti.

 

Ma in quella pasticceria, a pochi metri da lei c’è anche “lui”, che sta comprando scorze d’arancia candita per “l’altra”.

Sarà quindi il marito a raccontare la stessa storia ad un amico, seduto davanti a un bicchiere di vino, ma la sua prospettiva è ben altra: la sua attenzione è rivolta a Juditka, la giovane serva che ha tormentato i suoi sonni.

Interessante il risvolto politico sociologico offerto dal suo lungo racconto.

Infine sarà proprio Judit a raccontare la storia.

I ricchi visti dalla sua prospettiva hanno i contorni deformati e meno nitidi, le sue osservazioni un po’ ingenue e un po’ ciniche ci suggeriscono un ritratto della società borghese dell’epoca dai colori vividi e dalle lunghe ombre.

Mentre i nostri protagonisti vivono la loro complicata storia d’amore il mondo conosce la distruzione della guerra, la miseria, la lotta di classe.

Arriverà una quarta voce a tirare le fila della vicenda, arricchendola di nuovi significati.

Recensione di Gabriella Calvi

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