LA DOTTRINA DEL MALE, di Alessandro Berselli
Di questo libro ho impresse una definizione “vuoto pneumatico” e una frase “A la guerre comme a la guerre”.
La dottrina del male è il vortice che può avvolgerci nostro malgrado, in un certo momento della nostra vita e nonostante tutti i nostri moralismi, la nostra etica e in nostri sani principi. Nonostante una vita piena e più che soddisfacente.
Ivan Cataldo, massimo esperto di marketing elettorale, nella piena maturità della sua vita personale, familiare e professionale ha una vera e propria caduta negli inferi. Uomo, marito, padre e professionista realizzato, in bilico fra una vita normale e una mondana, vive la debacle più infima della sua esistenza: piegarsi ai giochi di potere, scendere a patti scellerati, vendere la sua anima al diavolo nel privato e nella professione. Il suo tempo si ferma sebbene scorrano veloci gli eventi finanche a sfuggirgli di mano, tra ricatti, donne scomparse, politiche scorrette, tradimento, danaro, la nascita della sua seconda figlia.
Amministratore delegato della MindFactory, nel pieno della crisi di identità politica della nazione viene coinvolto da un nuova e potente organizzazione, The Next Something, perché ne segua la campagna mediatica. Un manifesto politico che pare possa sovvertire addirittura l’ordine mondiale. Ivan da scettico si trasforma in adepto e suo malgrado finisce nella tana del lupo, spietata e oscura.
Un noir sofisticato ad alta tensione in cui spicca invece la narcosi emotiva di Ivan che vive l’illusoria concezione che l’esistenza possa essere preservata da rischi e pericoli, si culla con l’idea che il mondo gli appartenga, che si trovi all’interno di una bolla protetta che non può essere violata, e poi si scopre vulnerabile perché “Il fato crudele e le incognite del male”.
Un romanzo (che a volte è anche un saggio) in cui immagini davvero le scene: una casa moderna ma accogliente, uffici di ultima generazione, ville pazzesche, ristoranti chic, saune scandinave e convention eclatanti. Abbondano cibi internazionali e raffinati, vini eccellenti e bottiglie di whisky tenute per le un’occasione speciale, rituali di alto livello che si mischiano abilmente al primo filarino della figlia quasi diciottenne che non parla come tutti i suoi coetanei e che è la voce morale del protagonista, “Papà … Due pesi e due misure. Questo è qualunquismo opportunista”.
Ma Ivan, sceglie. Come chiunque. E ad ogni sua scelta vorresti intervenire e dire “no”!
I dialoghi, in prima persona, sono eccellenti tanto che vorresti intrometterti nelle conversazioni. I momenti di riflessione ben definiti tanto che vorresti suggerire un punto di vista, dare un consiglio. Sicuramente un’abile interlocuzione con il lettore che non si sente mai ‘fuori’. Lo stile e la ricerca delle parole e l’attenzione per le definizioni e i dettagli linguistici sono un marchio mai lezioso dello stile di Alessandro Berselli.
Bypasso il finale che non so se e quanto mi abbia convinto con ciò che mi resta dell’Ivan uomo, quello che di fronte a sua madre non ha più argomenti per difendersi e che sa di essere stato un bastardo come tutti gli altri … “Mi sorride con una indulgenza materna che non le vedevo da tempo. E’ destabilizzante quando nell’età adulta i genitori recuperano la funzione che avevano avuto nella nostra infanzia, quella di proteggerci, rasserenarci, trovare le giuste parole di consolazione e i gesti adeguati”.
Recensione di Nunzia Cappucci
LA DOTTRINA DEL MALE Alessandro Berselli
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