
LA FABBRICA DEI DESTINI INVISIBILI, di Cécile Baudin (Nord – aprile 2024)

È stato un libro che ho apprezzato solo mano a mano che procedevo con la lettura.
Inizialmente , e lo dico in tutta sincerità, l’ avevo anche messo in standby, ma poi l’ho ripreso in mano e l’ ho letto volentieri e con interesse.
Forse sarà stato per lo stile narrativo un po’ carente di pathos o per l’ uso del tempo indicativo presente (a me poco gradito).
Ero perplessa ma poi , mettendo da parte questi fattori , mi sono ricreduta , mi è piaciuto e anche tanto.
Siamo nella Francia Centrale, nel dipartimento d’ Ain, la zona francese ancora adesso più industrializzata dell’ intera nazione.
La vicenda si svolge intorno al 1893, con un antefatto di vent’anni prima , fatto fondamentale.
Tutto si svolge tra l’ orfanatrofio di Pont d’Ain e quello di Hotonnes, tra le seterie Perrin di Saint -Jean-le-Vieux e le miniere di Ochiaz.
Si tratta di un’indagine condotta da due Ispettori del Lavoro uno anziano e affermato l’altro, la sua allieva Claude, alle “prime armi” ma molto caparbia e ostinata.
Il filo conduttore e soprattutto la trama è agghiacciante perché in questi luoghi (in parte immaginari , in parte no) si sono svolti fatti incresciosi nei riguardi di giovani orfanelle poi diventate donne.
Si parla , purtroppo e ovviamente, di sfruttamento di forza-lavoro infantile e sessuale di ragazze, di Rivoluzione Industriale, di soprusi e domini da parte dei padroni nei riguardi di operai, uomini e donne.
La narrazione è scritta non in maniera scabrosa, non ci sono punti dove assume risvolti disturbanti, il gergo usato è , nonostante l’ argomento, molto delicato e pulito.
L’ ambientazione è gotica, cupa e tetra, i colpi di scena sono innumerevoli, la descrizione dei vari personaggi è ben tratteggiata, la parte conclusiva è sapientemente narrata senza tralasciare nulla e con dovizia di particolari , molto ben descritta.
È una lettura assolutamente interessante per l’ ambientazione francese molto suggestiva e , soprattutto, per non dimenticare mai quanto si è fatto, nel corso del tempo, per migliorare sempre più la condizione femminile ; perché la donna un tempo nella maggior parte dei casi valeva meno di niente, il maschilismo era imperante e prepotente… Questo romanzo ne è un esempio eclatante.
Moltissimo si è fatto e molto ancora si dovrà fare, soprattutto in alcune realtà del mondo
Recensione di Maria Cardone
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