LA FATTORIA DEI GELSOMINI, di Elizabeth von Armin (Fazi)
Un weekend in una casa di campagna inglese, con la crema della società inglese: ministri, vescovi, conti tedeschi, giudici e professori… Tutti invitati dalla cordiale Miss Midhurst e dalla sua amata figlia Terence. La von Armin si diverte e ci diverte a raccontarci le loro interazioni e soprattuto le loro reazioni alla calura e al menu ripetitivo, che denota un’insolita disattenzione da parte della padrona di casa.
La parte brillante è estremamente brillante, arguta e divertente permette di assaporare pensieri, debolezze e fastidi dei vari ospiti. La fase di crisi è consona alla versione più intimista della von Armin: scandaglia pensieri, dolori assopiti, bugie imbellettate e sentimenti, con delicatezza e onestà intellettuale. Infine la chiusura della storia, che ricorda il clima mediterraneo e consolatorio di “Un incantevole aprile”, ma poi corre verso una conclusione troppo affrettata.
In poche parole, avrebbe potuto essere il capolavoro della von Armin, per la sua capacità di divertire e di far riflettere, ma ha sprecato tutto con un finale che non risolve pienamente quanto tessuto nei capitoli precedenti.
Recensione di Stefania Lusona
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