LA FIGLIA DEL CAPITANO, di Aleksandr Sergeevič Puškin
Ho letto questo libro, o forse dovrei dire riletto perché, anche se non ricordo bene, credo di averlo già fatto molti, molti anni fa. Ho sempre ricordato però, con molto piacere, lo sceneggiato Rai del 1965, se non proprio tutta la trama, è indelebile nella memoria, la figura imponente, affascinante e sorniona del ribelle “Pugacev” interpretato da Amedeo Nazzari.
Romanzo storico, che può essere annoverato anche nella cosiddetta ” letteratura per ragazzi”, una scrittura ironica che a volte fa sorridere, come una innocente presa in giro.
Nonostante la veridicità storica, la trama ha la caratteristica di una fiaba, abbiamo l’eroe romantico sprezzante del pericolo, la bella fanciulla fiera, rimasta orfana e prigioniera di un malvagio che però non è il vero cattivo della storia, Pugacev, infine la regina benevola che mette tutto a posto, e vissero tutti…
Come in tutte le fiabe, o in tutti i romanzi, se vogliamo, c’è una morale. Io in questo romanzo l’ho trovata nel cattivo e malvagio Pugacev, pur essendo egli un sanguinario, un usurpatore che vuole farsi Re, alberga in lui un alto senso di lealtà e onore che lo rende oltre modo “simpatico” al protagonista Grinev e al lettore, cosa che non avviene col traditore Svabrin che col suo comportamento meschino, suscita solo disgusto.
Consiglio la lettura a grandi e piccini
Recensione di Sebastiana Cavasino
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