LA FIGLIA OSCURA, di Elena Ferrante
Il mio primo approccio alla Ferrante ho voluto avvenisse con un romanzo non legato al clamore della famosa quadrilogia, per cercare di conoscere ciò che è stato prima, per cogliere quelli che sono gli elementi base del suo pensiero e della sua scrittura…senza farmi influenzare da tutta la bagarre che ruota intorno all’Amica geniale (sia in positivo che in negativo).
E ne sono rimasta affascinata.
Scrittura affilata e analitica, apparentemente distaccata…in realtà ti scava dentro.
Questo libro mi ha lasciato addosso un sottile strato d’inquietudine, l’ho trovato sfrontatamente sincero, scomodo.
Stati d’animo e pensieri di una donna (madre e moglie) che, generalmente, vengono taciuti, che fingiamo (mi ci metto dentro in quanto moglie e madre) di non aver mai provato, di non aver mai pensato e che, invece, sono legittimi, fanno parte di un percorso di crescita e maturazione (e ricerca di se stessi) spesso dissestato, con tutti i suoi alti e bassi, con le perdite di equilibrio, di senso, di direzione…
Un gesto senza senso, come sottrarre una bambola ad una bambina su una spiaggia, compiuto dalla protagonista, e a cui neanche lei riesce a dare una motivazione, ci darà la possibilità di sondare la sua personalità complessa, di donna che ha cercato a lungo se stessa…
…allontanandosi dalla sua città e famiglia natale prima, e dalle sue stesse figlie poi.
Rimanendo irrisolta.
Accettare la propria parte oscura, questo sembra volerci dire l’autrice…non avere timore di essere sbagliate, non soccombere sotto la pressione di ciò che è “giusto” fare, e poter arrivare a dire, un giorno:
“Sono morta, ma sto bene”.
Recensione di Antonella Russi
Titolo presente nelle 5 recensioni più cliccate a febbraio 2020
Dal libro è stato tratto un film con un attrice bravissima Olivia Colman