LA FINE È NOTA Geoffrey Holiday Hall

LA FINE È NOTA, di Geoffrey Holiday Hall (Sellerio)

Roy Kearney bussa alla porta dell’appartamento di Bayard Paulton e mentre la moglie lo fa accomodare in attesa del marito, l’uomo sale sul davanzale della finestra e si getta nel vuoto. La cosa assurda è che Bayard Paulton non sa minimamente chi sia l’uomo, né sa i motivi che lo hanno spinto a un gesto tanto estremo. Comincia così questo giallo atipico in cui il nostro, improvvisato detective, partirà alla ricerca di indizio, prove e testimonianze che possano in qualche modo collegarlo allo sconosciuto e al suo folle gesto, atipico perché la fine è già nota mentre il vero mistero è l’identità del morto. Un romanzo dalla prosa piuttosto spigolosa, non immediata, dal ritmo lento e dalla forte impronta narrativa, un giallo d’altri tempi dove non troverete scene ad alta tensione ma dove ogni dialogo costituisce una tessera di un complesso puzzle di identità e di situazioni controverse, fino alla proverbiale, anche se per niente scontata, quadratura del cerchio finale.

Aggiungo un’altra notazione più “storica” che contribuisce ulteriormente all’atipia dell’opera: questo romanzo, uscito nel 1949 e pubblicato in Italia grazie a Leonardo Sciascia che ne era rimasto impressionato, rappresenta il primo di due opere di un autore di cui non si sa praticamente nulla, lo stesso editore non ha conservato traccia della sua esistenza… e tutt’ora non si hanno notizie certe né sul suo aspetto né sulla veridicità delle date di nascita e di morte…un mistero nel mistero insomma, e trattandosi di un giallo il tutto appare ancora più suggestivo.

Recensione di Enrico Spinelli

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