LA GUARDAROBIERA Patrick Mcgrath

LA GUARDAROBIERA, di Patrick Mcgrath (La nave di Teseo)

Leggo questo libro, che ho avuto in prestito, al buio, senza informazioni sull’ autore – cosa che faccio raramente.

Scopro una scrittura limpida, di buon livello letterario, senza cadute di tensione nonostante la ricchezza di particolari che trovo funzionali alla storia.

McGrath ci porta nella Londra del 1947, in un febbraio gelido, al funerale di un noto attore morto incidentalmente.
Le rovine della guerra sono ancora vive e tangibili, ma molti appassionati durante guerra e dopoguerra hanno continuato a frequentare il teatro, quel mondo con le sue regole e i suoi riti in cui la storia e’ ambientata.

Moglie e figlia dell’attore sono sconvolte per la perdita. Soprattutto la moglie Joan, bella e altera, che con lui formava una coppia molto affiatata.
E’ lei che da il titolo al libro, “guardarobiera” mi e’ sembrato in un primo momento piuttosto riduttivo per una donna raffinata come Joan che – in realtà – dirige il personale addetto ai costumi del teatro.
Ma in questa storia molte sono le situazioni con una doppia valenza : c’e’ un altro guardaroba curato da Joan, quello privato del marito, che nel corso della storia avrà un suo peso.
Non ho intenzione di fare il riassunto, ma qualcosa bisognerà pur dire. Qualche giorno dopo troviamo madre e figlia assistere ad una rappresentazione teatrale in cui il defunto e’ stato sostituito da un giovane attore che nelle movenze e nell’esprimersi sembra la copia del marito.
Joan e’ felice anche se turbata, le sembra che Gricey sia rinato nel corpo del sostituto.
E’ il suo disperato desiderio di far rivivere l’uomo a darle quell’illusione?

Da questo momento le cose si complicano, conosce il giovane, forse e’ una follia ma i due si avvicinano. Piccoli gesti, in un clima di sottile erotismo. Lei gli offre i vestiti del marito, gli sta offrendo inconsciamente la sua femminilità?
Il giovane e’ affascinato, anzi eccitato dalle mani di lei che lo sfiorano ogni volta che gli prova gli abiti.
Ma sempre in quel guardaroba casalingo la donna scopre su un bavero, una spilletta bicolore di cui lei – ebrea – conosce il significato.
La storia qui ha ancora una svolta.
Però a quel punto avevo già sospettato e raccolto tutte le possibili informazioni su Patrick McGrath e le varie recensioni di “Follia” scritto una ventina di anni prima e giudicato la sua opera migliore.
Nella seconda parte affiora un argomento inquietante, i tentativi di rinascita del nazismo e – sul piano personale – la bruciante scoperta di una donna di aver vissuto e amato un uomo diverso.
In effetti più che thrilller come viene spesso definito il libro documenta, sia pure in modo romanzato, i rigurgiti del nazismo che nel dopoguerra si protrassero per qualche anno.
Un consiglio : nel corso della lettura mettete da parte Follia per non farvi condizionare, poi si potranno fare paragoni e commenti.
Per me un buon libro.

Recensione di Ornella Panaro

LA GUARDAROBIERA Patrick Mcgrath

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