LA LENTEZZA, di Milan Kundera
E ritorna sempre attuale e inesorabile la teoria del piano inclinato. Avete presente la famosa pallina sul piano? L’inclinazione sembra minima, ma questa prende velocità sempre di più e non si può rallentare, figuriamoci fermare!
Questo libro breve è proprio così. La narrazione inizia con quella lentezza che echeggia nel titolo. Anche i temi sono ancora nascosti, e si nota una “simulata” timidezza nell’affrontarli. Poco a poco ci si accorge poi che i dialoghi diventano più serrati, le riflessioni più affollate e il linguaggio sempre meno composto. Dopotutto si parla di libertinaggio e allora non si riesce a restare fini: non è sincero e Kundera non sa mentire.
Alla fine del libro mi sono ritrovata a chiedermi come mai si debba sempre andare a finire col parlare di sesso. La risposta è sgorgata velocissima (altro che lentezza): l’uomo è fatto così. Anche se si trova nel bel mezzo di riflessioni importanti, cruciali per la sua esistenza, il filo dei pensieri può in qualunque momento essere interrotto da una pulsione fisica, perchè comandano loro. Anche il più razionale degli uomini, e Vincent di certo lo è, capitola completamente soggiogato da un pensiero degno dell’ammirazione del Marchese libertino più famoso della Storia.
Sono ancora indecisa se consigliarlo o meno. Io e Kundera abbiamo questo rapporto strano: più cerco di capire se mi piace e più lui mi confonde.
Posso dire con certezza che non è stata una perdita di tempo.
Per il resto: ai posteri l’ardua sentenza
Buona lettura
Recensione di Rita Annecchino
LA LENTEZZA Milan Kundera
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