La letteratura gialla vista dalla parte di chi indaga – il Commissario Gelsomino (Marco Lugli)
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Il commissario Gelsomino – un investigatore particolare
Perché particolare? Anche lui, come Rocco Schiavone di Manzini, è vedovo ed ha un rapporto speciale con la moglie morta; spesso prende il telefono e fa una telefonata al cellulare della donna e le racconta quello che sta facendo, come vanno le indagini, le chiede consigli. La moglie è morta da diversi anni ma il nostro commissario non ha avuto altre storie né sentimentali né di sesso.
E poi tende ad indagare in un modo un po’ fuori dagli schemi: intanto il suo miglior collaboratore è un ex carabiniere poi passato alla polizia di stato, che Gelsomino continua a chiamare appuntato; e poi tende ad avvalersi in maniera un po’ spregiudicata di una ex poliziotta, Anna, conosciuta nella prima indagine e verso la quale prova una attrazione che non è in grado di definire.
Per il rapporto particolare con la moglie morta si rivolge ad uno psicoterapeuta, ma tende ad avere con il professionista un atteggiamento più amichevole di quello previsto in un rapporto medico-paziente; si fida ciecamente del dottor Frisco, il medico legale che lo affianca in tutti casi, ed a ragione, sia perché spesso la caparbietà del medico lo aiuta a risolvere i casi, sia perché la fiducia è ricambiata così tanto da far sì che Frisco capisca e copra qualche piccola deviazione dalla prassi investigativa, che Gelsomino è solito fare.
Particolare è anche l’ambientazione in un Salento tra mare e campagna, sconvolto nel suo paesaggio dalla xilella ma anche dal malaffare di piccoli imprenditori veri e fasulli.
Di Ale Fortebraccio
Intervista a Marco Lugli, ideatore del Commissario Gelsomino
LA MADRE, la terza indagine del commissario Gelsomino
LA MADRE. La terza indagine del commissario Gelsomino Marco Lugli
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