LA LETTRICE TESTARDA, di Amy Witting
Non conoscevo l’autrice che poi ho scoperto essere una delle più affermate scrittrici australiane del ‘900 e il romanzo in oggetto, forse, il suo più famoso.
Protagonista del romanzo è Isobel che incontriamo all’età di 9 anni, bambina non amata dalla famiglia ed in particolare dalla madre che ne spenge ogni minimo desiderio costringendola a fare di nascosto, di notte, la sola cosa cosa che la rende veramente libera : leggere, perché sua madre crede che non sia un’attività adatta a una bambina, che dovrebbe limitarsi a riordinare la casa e a preparare la cena.
Finché, a sedici anni, la sua vita subisce un cambiamento radicale , quando è costretta a lasciare tutto, cercarsi un lavoro e una nuova sistemazione in cui Isobel viene a scontrarsi con un mondo che non è solo la sua famiglia e il suo quartiere sentendosi sbagliata e inadeguata come sua madre l’ha fatta sempre sentire .
Successivamente Isobel incontra un gruppo di ragazzi che amano i libri come lei e passano le serate a discuterne, e inizialmente rimane in silenzioe, ha paura. Ma, lentamente, in un contesto dove può essere finalmente sé stessa e parlare liberamente di letteratura, le parole di grandi autori cancellano le sue insicurezze e le danno il coraggio di dire quello che pensa senza nascondere la cultura che si è costruita negli anni con le sue letture e realizzare il suo sogno di prendere una penna in mano e “liberare quel flusso di parole che ha trattenuto per troppo tempo”.
Perché “anche per una donna tutto è possibile”
Dunque, un romanzo di formazione al femminile, sulla scoperta del proprio posto nel mondo e la possibilità di decidere della propria vita in piena autonomia.
Il romanzo è ben scritto e si avvale di una scrittura lucida e tagliente non priva di accenti ironici ma non è riuscito a coinvolgermi più di tanto perché anche il tema “diritti delle donne” è più legato alle problematiche di una persona, la protagonista, che non a una rivendicazione in assoluto e soprattutto non riesco a trovare nell’intera narrazione un filo di passione.
Recensione di Lucia Lorenzini
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