LA LUNGA ATTESA DELL’ANGELO Melania Mazzucco

LA LUNGA ATTESA DELL'ANGELO

LA LUNGA ATTESA DELL’ANGELO, di Melania Mazzucco

 

Melania Mazzucco racconta, con questo romanzo, la vita di Jacopo Tintoretto, pittore veneziano del Cinquecento, ripercorrendo a ritroso la strada, fatta di alti e bassi, di un’esistenza votata all’arte e all’amore, di uomo ambizioso e controcorrente. Un monologo intimo che il narratore protagonista, Tintoretto, rivolge a Dio, ma in fondo soprattutto a se stesso. La storia del figlio del Tintore è magistralmente costruita tramite dei flashback, una sorta di bilancio finale prima di ritrovarsi davanti al Giudice, temuto e venerato. È il racconto dei dipinti che hanno reso, e tutt’ora rendono, grande la città lagunare, che hanno consacrato il pittore ad occupare un posto nella storia e a non cadere nell’oblio; è il racconto di una passione e di un talento che non hanno trovato riposo, che si sono espressi anche quando volevano tarpargli le ali.

Ma è anche la storia di un uomo, di un padre, di un marito, che ripensa al passato e ai sacrifici fatti, agli errori e ai passi falsi, ma che è capace di redimersi. L’amore dell’artista per i figli è il collante di questo romanzo. L’anziano pittore ripensa al suo rapporto con i figli maschi, ribelli e sfuggenti, ma bellissimi e pieni di vita e alle figlie femmine destinate a farsi monache, allontanate dalla casa paterna contro la loro volontà come per ripagare per gli errori del padre. Ma la figura che più di tutti catalizza l’attenzione del pittore, il centro in cui confluiscono tutti i ricordi, è Marietta, la prima figlia, l’illegittima, la prediletta, la Tintoretta.

Scintilla è il vezzeggiativo che attribuisce alla sua prediletta, figlia illegittima di poco più giovane della sua sposa bambina, inizialmente vestendo panni maschili, accederà ai segreti della pittura, all’epoca preclusi alle donne, in particolar modo a quelle per bene.

Marietta è il suo alter ego al femminile, la sua creatura di carne e sangue che gli dispensa amore perché amata. Lo fa senza misura, senza ritegno, senza pudore.

Il romanzo descrive con introspezione psicologica notevole un rapporto intenso, disperato, a volte anomalo, ma non incestuoso, su cui alleggia il dubbio che non ci sia una parentela biologica fra i due, dati i molti amanti della madre, “l’amazzone” Cornelia, morta quando la figlia era ancora bambina.

Recensione di Antonella Trocini
LA LUNGA ATTESA DELL’ANGELO Melania Mazzucco
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