LA MAGNA VIA, di Gaetano Savatteri (Sellerio – settembre 2024)
Il padre di Saverio Lamanna, anziano professore, decide col sui amico Mimi di intraprendere il cammino della Magna Via, antica via francigena che collega Palermo e Agrigento. Pur di sorvegliarlo ed evitare che gli capiti qualcosa di brutto Saverio decide di seguirlo, affiancato dall’amico di sempre Peppe Piccionello e dell’amata Suleima. In questo viaggio attraverso una Sicilia più intima e per certi versi antica il nostro avrà modo di stare più tempo del solito a contatto con suo padre e di conoscerlo a fondo e contemporaneamente di guardarsi dentro.
Questo nuovo romanzo di Gaetano Savatteri se possibile è ancora più distante dalla dimensione del giallo convenzionale (per quanto le opere di questa serie non siano mai veri e propri gialli canonici), e si concentra ancora di più sul percorso di formazione di Saverio, in un viaggio che lo porterà a riscoprire realtà della Sicilia lontane dall’immagine da cartolina, tra villaggi sperduti, storie di mafia tra passato e presente e scrittori storici e improvvisati; non di meno avrà modo di approfondire il suo rapporto con il padre e, come ne “Il treno ha fischiato”, celebre novella di Pirandello, anche il nostro percepirà che qualcosa dentro di lui è cambiato.
Non mancano, ovviamente, fatti di sangue, ma questi sembrano avere un ruolo marginale rispetto alla linea narrativa principale, sempre ricca di momenti divertenti come gli ormai storici duetti tra Saverio e Piccionello o lo schermaglie sentimentali te il nostro e Suleima.
Per quanto mi riguarda ci troviamo di fronte al romanzo più maturo, completo e-mi sbilancio- riuscito della serie di Saverio Lamanna, un’opera che ci permette di conoscere nel profondo il protagonista e di seguire con lui un affascinante cammino, sia interiore che nel cuore stesso della Sicilia.
Recensione di Enrico Spinelli
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