LA MEMORIA DEL CIELO, di Paola Mastroccola (Rizzoli – febbraio 2023)
E’ un romanzo che avrei potuto scrivere io, non perché ne sarei stata capace, anzi, ma perché mi tocca da vicino, a tratti sembra parli di me.. ci ritrovo i miei ricordi, i pensieri e le malinconie, i miei rimpianti.. Io come Donata sono cresciuta con la convinzione di essere venuta al mondo per proteggere mia madre e renderla felice.. una mamma sarta, che avrebbe tanto voluto studiare, e invece sempre piegata, fin da bambina, sulla macchina da cucire, a confezionare abiti per “le signore”, e per la quale non c’era domenica e non c’era riposo.. con il rammarico di non poter portare i suoi figli a passeggio. Io come Donata studiavo piani e strategie per farla smettere di cucire, convinta di poterla rendere libera.
L’infanzia buia di mio papà, che lo ha segnato e lo ha reso un uomo insicuro e con poca fiducia in se stesso.. Speravo anche io di poter da grande far fare “i signori” a mia mamma e mio papà.. di salvarli.. Ma da cosa?! Donata si chiede se possa mai un figlio cogliere la sostanza essenziale dei propri genitori.. Forse no, perché siamo troppo occupati a essere figli. Ma restano nell’aria, e nel cuore, le domande che non abbiamo mai fatto.. e che non possiamo fare più, se non si ha la fortuna di invecchiare con i genitori accanto.. “una corda che si svolge ma non è più attaccata a niente”.. Restano i ricordi.. il disperato tentativo di ricostruire il passato e comprenderne l’essenza, solo attraverso i ricordi.. ma quanto può esserci di vero in ciò che ricordiamo?
E anch’io come Donata sono spesso a chiedermi “come sarebbe andata se avessimo fatto questo, se avessimo detto quest’altro.. Pensiamo sempre di aver sbagliato. E invece non possiamo aver sbagliato un bel niente, perché siamo ogni volta in un presente che contiene tutti i tempi, e in ogni presente facciamo quel che ci sembra giusto fare, o quel che non riusciamo a non fare. Quindi non c’è mai sbaglio. E non c’è redenzione. Ci sono porte che potevamo aprire, sì, può darsi. Ma se non le abbiamo aperte, significa che la possibilità di aprirle non è mai veramente esistita”.. Chissà, forse.
Donata ci racconta la sua infanzia.. tra ricordi un po’ veri e un po’, forse inconsapevolmente, inventati.. ma “se non ci mettessimo a raccontare, nulla della nostra vita ci sembrerebbe importante”.
Un romanzo da cui non ci si riesce a staccare, da leggere tutto d’un fiato.. tra sorrisi, lacrime e un fil rouge di dolce malinconia.
Recensione di Carla Tosco
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