LA MORTE CORRE SUL FIUME, di Davis Grubb (Adelphi)
“Bambiiiniiii…”
Non ho mai dimenticato il richiamo terrificante della voce di Robert Mitchum, il Predicatore, incarnazione del Male Assoluto, nella trasposizione cinematografica di questo libro. Unica regia per il cinema del grande Charles Laughton, nel 1955.
Il libro è una novella, una fiaba gotica. Siamo negli anni della Depressione, in una piccola cittadina sulle rive del fiume Ohio.
Il piccolo John e la sua sorellina Pearl, sono braccati da un Predicatore senza scrupoli, un Barbablù che sposa le vedove e poi le uccide per impossessarsi dell’eredità.
Condotto in carcere, il Predicatore riuscirà a carpire un segreto dal suo compagno di cella, un giovane padre di famiglia, condannato a morte, che ha affidato ai suoi piccoli figli, John e Pearl, il bottino di una rapina in banca.
Uscito di prigione, il Predicatore si metterà sulle tracce dei due fratellini e della loro madre, insinuandosi con l’inganno nelle loro vite, allo scopo di mettere le mani sui soldi.
Le mani. Sulle mani del Predicatore vi sono due tatuaggi. Le lettere che compongono la parola Love (Amore) sulle nocche della mano destra e Hate (Odio) su quelle della mano sinistra, la mano del Diavolo.
“Le avvinghiò e le contorse finché le giunture non gemettero in modo pauroso.
Si accaniscono e si fanno guerra! È l’anima umana che combatte l’avidità, la lussuria e la corruzione disgustosa che le abita dentro! Guardatele: la sinistra combatte e sembra che la destra ceda! Ma un momento: colpo di scena; È l’amore che vince! Ma siiì! La mano sinistra, l’odio, ha ceduto!”
Il canto di un antico gospel (“Leaning, Leaning, Leaning on the everlasting arms”, “affidarsi a braccia eterne”) annuncia puntualmente il suo arrivo, in modo inquietante e ossessivo, ogni volta che questo Soldato del Male sta per fare il suo ingresso in scena.
Animato da un odio folle e un furore di rara potenza, questo personaggio è forse uno dei cattivi per eccellenza che mai abbiano abitato le pagine di un libro e sarà anche, grazie a un immenso Robert Mitchum, uno dei personaggi immortali della storia del cinema.
“Ma non dorme mai quell’uomo?” si chiede il piccolo John, in uno dei tanti momenti in cui crede di averlo seminato, salvo poi veder materializzarsi da lontano la sua minuscola ombra, che si avvicina con passo lento, inesorabile, come una condanna. “Leaning, Leaning…”.
Indimenticabili le sequenze del film di Laughton, in un meraviglioso bianco e nero da cinema espressionista. Il lento incedere di una barchetta sul fiume placido, i riflessi della luna sulle acque calme, le creature notturne che popolano le rive e le acque stagnanti, vedette gracchianti e fischiettanti che sorvegliano la scena nei momenti di quiete, prima del nuovo levarsi di un inquietante canto di morte…
“Leaning, Leaning….”.
Davis Grubb
“La morte corre sul fiume”
Adelphi.
Recensione di Valerio Scarcia
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