LA MORTE VIENE PER L’ARCIVESCOVO, di Willa Cather
Padre Jean Latour è un giovane missionario francese che, alla metà del secolo XIX, accetta l’incarico di Vicario Apostolico del Nuovo Messico, recentemente divenuto Americano.
Lo accompagna padre Joseph Vaillant, amico devoto e leale scudiero.
In uno scenario antichissimo eppure tutto da scoprire, i due sacerdoti confrontano la loro fede e la loro cultura con i gesti e i rituali di un’altra civiltà: il confronto non si evolve in contrasto e il libro ne ripercorre la storia, rievocando i momenti lieti, drammatici, tragici e perfino sovrannaturali.
Lo scenario nel quale la storia si svolge è quello formidabile e solenne del west, col suo cielo sconfinato, i canyon e il deserto, attraversato da coraggiose carovane di pionieri e mercanti, ma anche da banditi e cercatori d’oro, mentre i nativi difendono con pazienza venata di disperazione il patrimonio della loro indipendenza e della loro cultura.
Su questo sfondo eccezionale si stagliano precise e palpitanti le figure dei due sacerdoti, che le esigenze della fede e gli eventi della vita continuano ad avvicinare e ad allontanare senza posa ma senza mai davvero dividerli, in un legame di amicizia profondo e umano che il lettore non faticherà a riconoscere come paradigma di ogni tipo di sodalizio spirituale, vero e antico come il mondo.
Consigliato a chi cerchi una lettura di quelle che rimangono nel cuore.
Recensione di Valentina Leoni
Commenta per primo