La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga – Il Commissario Montalbano

La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga – Il Commissario Montalbano (Andrea Camilleri)

 

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Il Commissario Salvo Montalbano

In questa galleria di investigatori non poteva mancare Salvo Montalbano, il commissario uscito dalla penna di Andrea Camilleri ed a cui una fortunata serie televisiva ha dato il volto di Luca Zingaretti. Intanto una piccola premessa sul cognome, scelto dal suo autore per questo commissario di polizia che svolge il suo lavoro nella cittadina immaginaria di Vigata- un’ambientazione nata dalla sintesi tra due località siciliane, Porto Empedocle e Scicli-: è Camilleri stesso ad avere affermato che venne scelto in onore dello scrittore spagnolo Manuel Vasquez Montalban, padre di penna di Pepe Carvalho, con cui il nostro Salvo ha in comune l’amore per la buona cucina e  per le buone letture- anche se poi Pepe molti libri li destinerà ad essere bruciati nel caminetto per accendere il fuoco-, modi di fare abbastanza sbrigativi e poco convenzionali ed una certa passione per le donne.

Salvo Montalbano è un commissario molto particolare, che fa grande uso del ragionamento ma che non disdegna di seguire il suo intuito ed è spesso questo connubio che lo aiuta in molte situazioni a risolvere con abilità casi difficoltosi e pieni di intrighi. Metereopatico e scontroso, ama fare lunghe nuotate nel mare di fronte alla sua casa di Marinella, oppure passeggiare lungo il molo che si concede ogni volta che deve pensare e ragionare sul caso che si trova ad affrontare in quel momento; queste passeggiate avvengono spesso dopo un lauto pranzo a base di pesce, in una delle sue trattorie preferite dove, se è insieme ad altri commensali, impone loro un assoluto silenzio durante il pasto. Ai suoi metodi poco ortodossi nello svolgimento delle indagini, si affianca una diffidenza verso la tecnologia ed un vero e proprio odio verso la burocrazia; l’uomo diventa veramente “nirbuso”  quando si trova di fronte a scartoffie da compilare o da firmare.

 

 

E’ però uno sbirro nato, che nonostante gli screzi che spesso ha con le autorità, è apprezzato per la sua capacità di risolvere i casi che si trova ad affrontare; si trova talmente bene con la sua squadra, che nonostante le punzecchiature con Augello, i pizzini di Fazio pieni di dati anagrafici, le assurdità di Catarella, il caratteraccio di Pasquano,  il nostro Salvo decide sempre di restare a Vigata e rifiuta anche delle promozioni che potrebbero fargli cambiare sede. La sua eterna fidanzata è Livia che vive in Liguria, a Boccadasse, ma che spesso viene a trovarlo a Vigata; altrimenti è loro abitudine scambiarsi ogni sera una telefonata per raccontarsi i fatti del giorno.

Altra donna molto importante per Montalbano- e che spesso fa indispettire Livia- è la sua cameriera Adelina, che è una cuoca bravissima che ogni giorno lascia al commissario un gustoso piatto della cucina siciliana che lui, con estrema soddisfazione, recupera di sera dal frigorifero. Tutti i romanzi gialli di Camilleri ci hanno abituato ad una scrittura in cui all’italiano si mischiano, in maniera divertente e piacevolissima, parole, frasi, modi di dire tipicamente siciliani, in una mescolanza che forse all’inizio può mettere in difficoltà il lettore  ma che poi, se si continua la lettura dei libri della serie, non ci disorienta più e può capitare che ci ritroviamo ad usare queste parole nel nostro linguaggio di ogni giorno  con estrema naturalezza.

Di Ale Fortebraccio

 

 

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