La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga – Il giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi (Gigi Paoli)
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Abbiamo il piacere di presentarvi il profilo del giornalista di cronaca giudiziaria Carlo Alberto Marchi, scritto dal suo ideatore, lo scrittore e giornalista Gigi Paoli
Carlo Alberto Marchi non è un investigatore, non cerca risposte giudiziarie, non cerca persone da condannare, cerca colpevoli, quello sì, ma non per portarli in una cella o in un’aula di tribunale: Carlo Alberto Marchi fa inchieste giornalistiche, non indagini, cerca risposte da dare ai suoi lettori, cerca una Verità che non vuole essere la verità processuale o giudiziaria, ma la verità da raccontare e da spiegare in nome del suo unico padrone: il lettore.
Carlo Alberto è infatti un reporter, ma un reporter vero, che lavora – e dunque di fatto vive, dato il tempo che passa in redazione – in un quotidiano e non è un personaggio alla Tutti gli uomini del Presidente o stile Caso Spotlight _ storie vere, verissime, ma poco credibili ora nel contesto italiano – ma è un cacciatore di notizie che cerca di unire un lavoro alquanto totalizzante a una vita alquanto incasinata, tra una figlia adolescente che cresce da solo e una fidanzata che non riesce a vedere quanto vorrebbe e che gli crea parecchi grattacapi.
Carlo Alberto Marchi, in fondo, è un non-eroe, è un uomo normale che per lavoro, quindi per le circostanze della vita, si trova a essere un ricercatore di verità affrontando casi di cronaca nera che rendono il suo spirito ancora più caustico, cercando di sopravvivere usando il filtro dell’ironia davanti a una realtà difficile contro la quale ogni giorno si scontra. E per fare questo, per rendere un buon servizio al suo giornale e ai suoi lettori, intrattiene rapporti, tesse legami e amicizie con magistrati, avvocati, rappresentanti delle forze dell’ordine, colleghi di altri giornali.
Non fa un’indagine sua, ma segue in parallelo quello che fanno coloro che sono deputati a farle indagini, che non sono infallibili, mai, quindi talvolta imboccano strade sbagliate su cui finisce anche lui.
Le inchieste di Carlo Alberto, proprio come nella realtà di ogni cronista di giudiziaria, sono diverse ogni giorno: un omicidio, un incidente stradale dai risvolti oscuri, la sparizione di un bambino, un’azione terroristica, il passato oscuro di Firenze che torna attraverso uno strano delitto.
Già, Firenze. Firenze è il quadro in cui si muove Carlo Alberto, uno scenario unico per una città inquietante, carica di mistero. di oscurità, di suggestioni difficili da raccontare ma facilissime, per chi abita qui, da incontrare.
Credo che il successo di Carlo Alberto sia questo: l’essere una persona normale, normalissima, con i suoi problemi di vita quotidiana, con le difficoltà che conosciamo tutti di ritagliare spazi alla vita personale in un’esistenza complicatissima e piena di impegni, prima di tutti il lavoro. E ci aggiungerei anche una profonda integrità morale, che nella realtà alcuni giornalisti hanno davvero, nonostante che questa professione sia stata svalorizzata socialmente ormai da tempo.
E infatti una delle cose più belle che mi siano capitate durante le presentazione dei libri è quando un lettore mi ha detto che era felice di aver scoperto che ci sono ancora giornalisti seri e e onesti, “perché se Carlo Alberto Marchi lo è, lo è anche Gigi Paoli nella vita vera perché lo ha creato così”.
Adesso Carlo Alberto è in vacanza. Mi sto divertendo a raccontare le avventure di un altro bel personaggio, il professor Piero Montecchi, ma state pur certi che tornerà, un giorno.
Di Gigi Paoli
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