La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga: l’Investigatore per caso Lorenzo La Marca

La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga: l’Investigatore per caso Lorenzo La Marca (Santo Piazzese)

 

Puntata n. 71

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L’Investigatore per caso Lorenzo La Marca

Ci sono personaggi che nascono investigatori, che passano le giornate a districare matasse di indizi, personaggi ai quali il lavoro d’indagine non dà tregua neanche durante il sonno.

E poi c’è Lorenzo La Marca.

Biologo presso l’Università di Palermo (come il suo creatore, Santo Piazzese), Lorenzo è un “investigatore per caso”; infatti è innanzitutto un ‘bon vivant’, coltissimo, profondo conoscitore di jazz e vini, che talvolta inciampa in crimini che lo coinvolgono suo malgrado. E, sempre suo malgrado, mette a frutto capacità logico-deduttive che non sono da meno di quelle dei colleghi di più chiara fama letteraria e che il lettore scopre gradatamente. Esordisce ne “I delitti di via Medina-Sidonia” con quello che sembra un suicidio nei Giardini Comunali (non il celebre Orto Botanico: Lorenzo ci diffida dal confondere i due luoghi) ed è invece un omicidio maturato nell’ambiente accademico. L’avvicinarsi alla soluzione è lento rispetto al ritmo cui ci hanno assuefatto i telefilm ‘crime’ perché Lorenzo indugia volentieri su sensazioni, divaga su ricordi, prende tempo per chiarirsi le idee.

Spesso si sofferma su particolari che potrebbero sembrare secondari ma che, invece, hanno lo scopo di presentarci personaggi importanti come il medico legale franco-siculo Michelle Laurent alla quale anni prima è stato legato e Vittorio Spotorno, amico da sempre e poliziotto dal temperamento diametralmente opposto al suo. E, soprattutto, le digressioni ci fanno vedere Palermo coi suoi occhi; la città – accogliente e crudele, bellissima e caotica – non è soltanto lo sfondo delle avventure involontarie del Prof. La Marca, è protagonista col suo scirocco che “ammolla”, col suo mare “verde smeraldo con improvvise lamine blu indaco”, con gli straordinari tramonti che vestono d’oro cupole e vicoli. Una città contraddittoria come i suoi abitanti, esaminati dallo sguardo svagato di Lorenzo, sempre pronto a trovare somiglianze tra l’agire umano e le sue vaste conoscenze letterarie.

L’andamento tortuoso dei suoi pensieri lo accompagna anche nella seconda indagine: ne “La doppia vita di M. Laurent” le indagini sulla morte di un noto antiquariato (che sfiorano marginalmente il padre di Michelle) aprono la strada alla soluzione attraverso incontri con donne belle e pericolose ma anche attraverso una più approfondita conoscenza di M. Laurent che rivela al mancato genero aspetti sconosciuti del proprio carattere. Tra una fase e l’altra dell’indagine non mancano le visite all’agriturismo gestito dalla sorella e dal cognato di Lorenzo, dove l’improvvisato investigatore si ricarica al contatto con la natura e i nipoti, occasione per riflessioni sull’adolescenza e dintorni.

Le sue esperienze investigative sembrano subire una battuta d’arresto ne “Il soffio della valanga“, dove è Spotorno a fare la parte del leone quando due cadaveri in una 127 azzurra lo costringono a misurarsi con un crimine che ha tutti gli aspetti di un agguato mafioso ma è ben altro. Lorenzo gli fa da spalla e la sua logica – nonostante i ‘cortocircuiti neurali’ che la scandiscono – si rivela un aiuto prezioso. La sua personalità domina ancora nei sei casi dell’ omonima raccolta, dove ritroviamo l’ indolenza, il distacco, l’autoironia che sono la sua cifra, ma che ormai appaiono chiaramente come espedienti per nascondere la consapevolezza dell’inevitabilità del male e la malinconia per il tempo che passa.

Un impossibile ritorno al passato è il tema di fondo di “Blues di mezz’autunno“: Lorenzo, in occasione di un convegno a Erice, trasportato dalla nostalgia degli anni giovanili, ritorna a Spada dei Turchi, un’isoletta in cui spera di trovare le atmosfere del passato e, invece, deve misurarsi ancora una volta con misteri la cui soluzione gli lascia l’amaro in bocca.

Da allora (2013) non abbiamo notizie del Prof. La Marca.

Forse, sorseggiando whisky sulla terrazza con sottofondo di blues davanti ad uno spettacolare tramonto palermitano, si prepara a risolvere – controvoglia – un altro caso.

Di Miranda Valsi

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