La narrativa gialla vista dalla parte di chi indaga – L’investigatore Philo Vance (S.S. Van Dine)
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Il mio investigatore preferito è Philo Vance, nato dalla penna di S.S. Van Dine (1887-1939).
Questi scrisse solo dodici gialli, di cui l’ultimo incompiuto (in quanto vi è solo la trama, dall’inizio alla fine, nei suoi tratti essenziali, mancano tutte le parti di riempimento).
S.S. Van Dine è altresì noto per aver redatto le venti regole essenziali per il libro giallo.
I suoi gialli sono ambientati nella New York anni ’20-’30, e vedono Philo Vance, l’investigatore “dilettante”, coadiuvare il suo amico e procuratore distrettuale Markham nella soluzione di casi, per lo più omicidi, particolarmente complessi o dagli aspetti inspiegabili.
Philo Vance, il protagonista appunto, è un ricco ed indolente esteta, in verità acutissimo nell’intuire gli stati psicologi dei personaggi così come i particolari materiali dai reconditi significati, ma al contempo decadente alla maniera del Des Esseintes di Huysmans. Egli vive in un attico a New York, assistito dal segretario Van Dine, che costituisce la voce narrante dei libri, e naturalmente da un maggiordomo. Coltiva interessi disparati, nel campo dell’arte soprattutto ma anche della letteratura classica (in un romanzo è alle prese con i frammenti di Menandro, commediografo del tardo classicismo greco), valido scacchista, amante del buon cibo e poliglotta, ed è sempre perfettamente a suo agio in ogni situazione.
I romanzi di Van Dine sono tutti molto belli, complessi, ed organizzati come una grande compilazione di alta orologeria; a parere dello scrivente, si raccomandano soprattutto: La fine dei Greene, L’enigma dell’Alfiere, La dea della vendetta ed Il mistero del drago
Di Antonio Viglino
L’ENIGMA DELL’ALFIERE S.S. Van Dine
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