LA NEVE ERA SPORCA, di Georges Simenon (Adelphi)
Questo è un romanzo di Georges Simenon un po’ insolito, durissimo, spietato, brutale quanto Frank Friedmaier, il protagonista.
La vicenda di La neve era sporca si svolge durante la seconda guerra mondiale in un paese occupato dal nemico. Quel paese è la Francia? il Belgio? E gli invasori sono i nazisti? Simenon non lo dice in modo che l’esercito di occupazione, per rendere l’opera universale, non sia riconoscibile. Sappiamo però che nella sua mente l’azione si svolge nell’Europa centrale, e precisamente durante l’occupazione russa. Gli ambienti ed i nomi dei personaggi rimandano ad una città austriaca o ceca.
Frank è un diciannovenne, figlio di un’attraente tenutaria di una casa di appuntamenti; freddo, scostante, insolente, solitario, in perenne ricerca di una sola cosa: iniziarsi alla vita.
Simenon entra nella testa di questo personaggio e intorno a lui fa vivere il mondo della neve sporca – la scena di una città dove tutto è tradimento, rancore, doppio gioco.
Orfano del padre il giovane Frank cresce come un vizioso sfaccendato, non studia, non lavora, batte la fiacca oziando con gli amici. Neanche ha bisogno di mostrare il meglio di sè, comportarsi da bravo ragazzo simpatico ed attraente per rimorchiare qualche ragazza, infatti nell’impresa di famiglia ha modo di sfogare i suoi ormoni in subbuglio, senza sforzo, gratis, per cui persiste a militare tra i cattivi ragazzi.
L’ozio, insieme ad una sorta di innata cattiveria e scarsa empatia per i suoi simili, inevitabilmente spingono Frank sempre più in basso nell’abisso dell’abiezione, fino all’assassinio.
Un Simenon strepitoso; forse non da podio, ma sicuramente nei primi 10 tra tutti i suoi romanzi senza Maigret insieme a: la mano, i complici, gli intrusi, l’uomo che guardava passare i treni.
Recensione di Riccardo Vinciguerra
Commenta per primo