LA NEVE IN FONDO AL MARE Matteo Bussola

LA NEVE IN FONDO AL MARE, di Matteo Bussola (Einaudi – giugno 2024)

Recensione 1

Uno di questi è un agíto.
Un agíto indica il passaggio da una sofferenza psichica a un’azione fisica.
Dopo l’agíto di un adolescente, niente è piú come prima. Non lo è nella vita del figlio, non lo è in quelle dei genitori.
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Bussola in queste giornate calde agostane mi fa camminare con un lui tra i corridoi e le storie di un reparto di neuropsichiatria infantile.
E mi fa guardare gli adolescenti.
In ogni ragazzo della storia, che sia Tommy, Eva, Nicholas o uno degli altri, riconosco una paura, una fragilità che in qualche modo mi ha sfiorato da adolescente e che ora da genitore mi terrorizza.

L’autore non ha la presunzione ne di scrivere un trattato né di dare risposte a domande difficili ma a mio avviso segue un bisogno: parlarne, parlare di padri, di madri e di adolescenti fragili. E lo fa con una penna delicata eppure precisa.
Molto belli i padri di questa storia. Tutti.
Forse cominciamo a tradire i nostri figli quando cominciamo a ricamare su di loro aspettative, sogni, attese, quando ci convinciamo di vederli senza accorgerci che non è così. Quell’agito spaventa…eppure esiste, arriva, disorienta.
Una lettura che scardina mille domande e che mi impone da adulto di togliere le mani davanti agli occhi: non gioco a nascondino con la vita dei miei  figli, non posso.
Io sono e devo essere il loro testimone, sia parlante  che muto. Se è vero che sono figli della vita prima che miei…ho il dovere di imparare a guardarli specie nel terremoto adolescenza che è senza dubbio alcuno come la neve in fondo al mare.
Chiudo il libro pensando che potrei essere uno di quei genitori.
Consigliato.

Recensione di Maria Elena Bianco

Recensione 2

È un libro che dovrebbe essere prescritto ad ogni genitore come una medicina perché tutti noi che abbiamo il privilegio di essere madri e padri abbiamo una caratteristica in comune, siamo imperfetti. E anche i nostri figli lo sono. E sapete una cosa? Va proprio bene così. Perché alla fine ciò che conta davvero è ESSERE ma soprattutto ESSERCI. Questo è un libro che attraversa un dolore grande e spaventoso, un dolore vissuto da alcune mie ex studentesse e da figlie di mie amiche care e per questo, per me, ancora più prezioso.

Ho sottolineato tantissime frasi ma su una in particolare bisogna riflettere: ” adolescente e adulto sono due facce della stessa moneta. Hanno addirittura la medesima radice. Però adulto è un participio passato. Mentre adolescente è un participio presente. (…) l’adulto parla con l’esperienza. L’adolescente parla con la sofferenza, è il loro qui, l’adesso, il presente. È l’unico tempo che un adolescente sperimenta.”

Voto ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

Di Lucrezia Centonze

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UN BUON POSTO IN CUI FERMARSI Matteo Bussola

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